Il tempo del cambiamento

Le ultime 24h sono state provanti.I principali media italiani, quelli a cui ci si dovrebbe affidare con fiducia proprio perché raccontano la realtà, decidono di pubblicare una bozza di un decreto legge del Presidente del Consiglio dei Ministri nella prima serata di ieri. Allarmano la popolazione con titoli sensazionalistici, raccontano di un nord Italia pressoché blindato.Una bozza, seppur con la maggior parte dei contenuti poi confermati in nottata, non è una comunicazione ufficiale. È una presunta tale, è un potrebbe essere ma non si sa. Sappiamo tutti del panico che ha generato, gente di corsa in stazione, persone in coda fuori dai supermercati, etc.Tuttavia era una notizia, vera, fatta trapelare da un governo incapace e chi ha dovuto fare il proprio dovere l’ha fatto. Punto.L’assurdità però per me, che di comunicazione ci vivo, sono gli articoli riguardanti lo steso panico generato da titoli assurdi pubblicati poco prima dalla medesima testata giornalistica. Questo è ciò che trovo offensivo, imbarazzante, e acchiappa clic per un po’ di views e impression in più.Inoltre, non smetterò mai di stupirmi di come le persone reagiscano a situazioni del genere, come interpretino a loro piacimento quanto è dettato da un decreto legge. Forse forse Umberto Eco tutti i torti non li aveva, perché avere uno spazio comune dove scrivere tutto ciò che si pensa altro non è che uno sfogatoio, ahimè specchio di un Paese ignorante e fuori controllo.Giovanni ha ragione da vendere, siamo così. E chi ci governa lo è altrettanto. Se non di più. Confusione, panico, totale incapacità di gestire la comunicazione istituzionale, disposizioni contrastanti e interpretabili a piacere. Chi ci governa è lo specchio di una maggioranza di pensiero dominante purtroppo privo di istruzione e del benché minimo buon senso.Leggo tanti articoli di invito al cambiamento, una situazione che stravolgerà presto le nostre vite in un modo ancora inimmaginabile e imprevedibile. Probabilmente è così, sarà il tempo di cambiamento. Ma come ce lo possiamo aspettare da una massa incapace di rispettare le minime regole basilari suggerite per non generare una pandemia?L’invito, sì, può essere quello di provare a fermarsi e a provare a proteggere se stessi e chi ci sta vicino e iniziare a ripensare il mondo in cui viviamo. Mi domando solo se non sia davvero ormai troppo tardi. E anche quando tutta questa brutta storia passerà, se davvero saremmo in grado di provare a pensare a tutto ciò che ci circonda in maniera diversa, sostenibile, intelligente. Ma come sempre è successo, anche con le precedenti simil-pandemie, nulla è cambiato e se possibile è addirittura peggiorato.È un momento in cui è tremendamente difficile darsi delle risposte, forse è ancora più difficile riflettere, ma l’unica cosa a cui non riesco a smettere di pensare è questa: io nel mio piccolo infinitesimo, cosa posso fare per cambiare le cose?Ecco.

Al tempo del #coronavirus

Alterno momenti in cui avrei voglia di scrivere fiumi di parole, a voler tacere fintanto che questa strana emergenza abbia terminato di condizionarci la vita.Il Covid-19 è come essere durante i mondiali di calcio. Tutti virologi, tutti C.T., tutti sanno tutto di qualsiasi cosa e hanno a disposizione tanti piccoli megafoni a cui dar fiato.La situazione è difficile perché siamo di fronte a qualcosa di sconosciuto e che la sanità sa affrontare solo con piani di emergenza e senza una profilassi di cure precise. È una situazione complessa meritevole della massima attenzione e delicatezza, sotto ogni punto di vista.Io però ho poca pazienza e mi vedo costretto a fare un nuovo elenco, sta volta delle cose davvero insopportabili:

  • Ai tempi del Coronavirus. Titoli di giornale, post su social, messaggi whatsapp, meme. Tutti con questo diamine ai tempi del… Terrificante espressione
  • Le immagini delle metropolitane e treni vuoti hanno rotto i coglioni
  • Gli articoli e i commenti sui genitori che non sanno, non riescono, non possono gestire i figli costretti a casa dalla chiusura delle scuole hanno rotto i coglioni
  • La vera rivoluzione positiva in grado di cambiare Facebook sarebbe la possibilità di poter disattivare i commenti sotto ai post. Soprattutto in periodi come questo
  • Covid-19 è una password abbastanza strong? Chissà quanti la utilizzeranno
  • Gli errori di comunicazione. Anche se reputo non ci sia nulla di più complicato in un momento simile della gestione comunicativa, sia pubblica che privata
  • Ci sono, fortunatamente, punti di vista interessanti e condivisibili. Soprattutto non catastrofisti e nemmeno all’acqua di rose

Purtroppo il peggio delle persone tende ad emergere in situazioni di panico. Non ho studiato psicologia delle masse, ma immagino i comportamenti di queste settimane rientrano in parametri normali e già studiati nella storia di questa materia.E mi soffermo a chiedermi se sono comportamenti scaturiti dalla contingenza, oppure la gente è davvero così stupida sempre, solo non lo dà a vedere in situazioni normali.Teniamo duro, nella speranza che il buon senso e l’intelligenza prendano il sopravvento.

Panico paura

C’era una canzone di qualche anno fa di quei cretini dello Zoo di 105, Panico Paura. Una zarrata in stile anni ’90 dal sapore puramente trash.Però oggi se mi chiedessi, ehi come va? Ti risponderei così.Sono state due settimane allucinanti. Questo panico ingiustificato per una forma influenzale più complicata della normalità è stato un tifone che ha intarsiato danni in ogni aspetto della vita italiana e del sottoscritto.Lavorando per e in un luogo che si rivolge a grandi masse l’impatto negativo di una mala gestione di tutta questa follia collettiva è stato piuttosto time consuming per poterlo governare e portare in un porto sicuro fuori dalle acque oscure dell’ignoranza e isterismo.Ho avuto poco tempo anche per altri motivi.Il primo tra tutti mi sono goduto la vita. Complice la TV rotta dal 4 febbraio e che penso rivedremo almeno tra una settimana buona, perché con la fortuna che ci contraddistingue perché aggiustarla in un paio di giorni? Teniamola tutto il mese.Ho finalmente provato l’ esperienza Da Vittorio, sto seguendo un paio di corsi di fotografia online e in generale ho approfondito e continuerò ad approfondire molto l’argomento. Ho scoperto un servizio di consegna fiori a domicilio molto soddisfacente, si chiama Colvin e ha prezzi molto competitivi e un packaging anni luce avanti a Interflora, è una Startup spagnola e ve la consiglio.In linea di massima ho cercato di non farmi coinvolgere più del necessario da questo Coronavirus, linko l’unico articolo a mio modo di vedere giudizioso da un punta di vista giornalistico, ma tant’è è impossibile non scontrarsi con i suoi strascichi grazie ai quali sono emersi:

  • una profonda ignoranza del popolo italiano
  • una profonda ignoranza di gestione di una crisi di tale portata da parte di chi ci governa
  • la follia dei social media e degli assurdi contenuti che ci puoi trovare dentro questi giorni (dai più assurdamente preoccupanti a quelli goliardicamente sdrammatizzanti)
  • L’aria in tre giorni in Lombardia si è pulita magnificamente
  • C’è voluta un’influenza con un nome esotico e alternativo per scoprire lo smart working
  • Siamo passati da moriremo tutti a questo virus ci ha già rotto i coglioni in una manciata di giorni
  • L’isteria e l’ignoranza sono più pericolosi di una malattia
  • è una bellezza andare in ufficio queste mattine. Non c’è in giro nessuno
  • dopo qualche giorno senza postare qualcuno si è domandato se fossi ancora vivo e questo mi ha dato molto piacere. Il blog non muore mai

A me poi è bastato guardarmi questo video per tornare alla vita di sempre e a preoccuparmi di quello che davvero conta.