Dio salvi la musica in streaming
Qualcuno anni fa tirò fuori questo concetto della coda lunga.Internet ha ampliato le limitate prospettive grazie a un coefficiente tendente all’infinito: la scelta.Questa cosa l’ho riscontrata soprattutto nei servizi di musica in streaming. Credo di aver scoperto e ascoltato più musica negli ultimi 6 anni che in tutta la mia vita.50 milioni di brani sono davvero un’infinità. Nella mia collezione personale al momento ne ho 36.000 circa, il counter mi dice che impiegherei 100 giorni ininterrotti per ascoltare tutte le canzoni salvate. Figuriamoci tutto il repertorio a cui si ha accesso a 9.99€ al mese.Al di là dei puristi, del salviamo il vinile, i cd e le musicassette, la verità è che mai come ora possiamo estendere i nostri orizzonti musicali. E non perché un bot ci ha suggerito la prossima playlist di tendenza, ma perché in base ai nostri gusti musicali ci fa scoprire praticamente ogni giorno una nuova proposta.Prima di questa rivoluzione quando? Nei forum? Nei negozi di musica? Passaparola?C’è chi dice che la sovrabbondanza faccia male al mercato, non generi abbastanza revenue agli artisti, e canzoni capolavoro magari non verranno mai ascoltate.Io penso proprio l’opposto e il modo in cui le canzoni scalano le classifiche oggi ne è la dimostrazione. Ormai gli artisti sopravvivono con i singoli e non con gli album, gente sconosciuta raggiunge le vette per poi sparire di nuovo nel nulla.Viva Iddio per questo nuovo modo di ascoltare musica. Per chi la ama è davvero una manna.