Tra i post che verranno catalogati sotto il cappello “Stati Uniti”, ci sarà senz’altro spazio per quelli dedicati al cibo. Penso sia necessario per noi mantenere una certa lucidità alimentare una volta arrivati e complice una fastidiosa allergia al nichel di Noemi, abbiamo deciso di buttarci nella nascita e cura del lievito madre. Uno dei pochissimi tollerati.

È un test. Lo rifaremo senz’altro una volta arrivati, ma per evitare in primo luogo di arrenderci a cibo spazzatura e secondariamente a dover spendere un capitale per mangiare ci siamo convinti a fare un tentativo. Anche grazie al supporto di Valentina.

La doverosa premessa è che non abbiamo mai panificato, siamo delle capre e dai mesi della pandemia non abbiamo imparato nulla, se non a fare bene la pizza una volta sola dopo svariati tentativi ed uscire di scena da imbattuti.

Ieri con l’avanzo di una rinfrescata abbiamo provato a fare dei taralli. Che prima di essere messi in forno avevano anche un senso, diciamo.

I primi taralli di sempre prima di essere infornati

Mentre una volta usciti sembravano palline di didò dopo una giornata all’asilo. E sanno di grissino invece che di tarallo. Però sono buoni e mangiabili.

Andiamo avanti!

Sono buoni, ma sanno di grissino