O quantomeno questo è quello che posso consigliarti di fare. Questa è la mia dieta mediatica, asciugata da anni di esperienza, per restare informato sulla mia passione più grande. Non ho menzionato nessun canale YouTube o Twitch, ma se ne hai qualcuno da consigliarmi...lascia pure un commento qua sotto.
Siti web
Qui purtroppo cerco di evitare siti italiani, ormai ricchi solo di clickbait. Forse giusto un paio che sono n3rdcore, Outcast.it e IGN.it. Per nostalgia personale invece ogni tanto seguo gli articoli firmati da amici su Everyeye o Multiplayer.
Mentre guardo prettamente oltreoceano per informarmi.
Polygon in testa. È la costola videoludica di The Verge. Serio.
Io al momento ne seguo due. La prima è Insert Coin di Massimiliano Di Marco. È sempre ricca di spunti, news e spesso anche interviste agli addetti ai lavori. L'iscrizione è gratuita e la trovate qui.
La seconda invece è Manettini. La newsletter de Il Post dedicata ai videogiochi. È curata dai ragazzi di Joypad di cui ti parlo tra poco nella sezione podcast.
Podcast
Ne ho cinque da consigliarti. Credo siano sufficienti per darti uno spettro completo su questo mondo, cercare di comprenderne le dinamiche, la storia, ma soprattutto punti di vista differenti.
Il primo è sicuramente Joypad. Il podcast de Il Post realizzato da Fossetti, Bordone e Zampini. Il primo ho la fortuna di conoscerlo, con Matteo e Alessandro ci conosciamo da poco di persona. Non mi perdo una sola puntata. Lo reputo quello fatto meglio e che mi aiuta ad immedesimarmi di più nell'esperienza videoludica.
Il secondo è Corto Circuito di Multiplayer.it. Un po' più costante nella pubblicazione degli episodi. Qui puoi trovare notizie sempre fresche e tanto divertimento.
Il terzo è Outcast. Lo trovo utile per approfondire certe tematiche. Dai ragazzi di Outcast.it
Per il quarto dovete prendervi un po' di tempo. È la trasposizione audio delle puntate video di Console Generation.
Il quinto infine utile se vi serve arricchire il vostro background storico. È il podcast sulle curiosità e la genesi di tanti giochi del passato. Con Andrea Porta alla voce: Storie di videogame.
Fatemi sapere se avete altri suggerimenti o qualcosa che ho mancato totalmente.
Ci siamo. Settimana scorsa ho ricevuto il primo messaggio di memoria piena sulla mia PlayStation 5. Ho valutato un po' il da farsi e invece di acquistare un hard disk esterno che non consente di essere utilizzato per lanciare i giochi direttamente, ho optato per l'opzione di espansione della memoria interna di PlayStation 5 andando ad acquistare una Samsung 980 PRO SSD M.2 da 2TB. Ho scelto la versione senza dissipatore di calore visto che c'era un'offerta a tempo attiva, con un ottimo risparmio rispetto a quella dedicata a PlayStation 5 benché già montasse un dissipatore di calore dedicato.
Ne ho comprato uno a parte e l'ho montato separatamente così da far funzionare tutto senza dovermi preoccupare della questione calore, ma con un evidente risparmio. Sebbene Sony nella sua guida non intimi di utilizzare una memoria SSD M.2 con dissipatore integrato, è sempre buona cosa pensare al calore generato in grado potenzialmente di danneggiare la vostra console. E visto quanto sia ancora rara trovarne una sul mercato, meglio non rischiare.
Partiamo, però, dal principio chiarendo ogni dubbio. Iniziamo col dire che dallo scorso settembre chiunque può "aprire" la propria console per effettuare questa operazione senza perdere la garanzia. E questo è già un gran vantaggio se solo penso a quanto succedeva con le console di passata generazione.
Sony mette a disposizione sia una guida testuale sia una video che potete seguire passo - passo. Io vi lascio le immagini di quanto ho fatto io.
Primo step, aprire la console
Una volta tolta la base, con un cacciavite piatto, su cui poggia verticalmente la mia PlayStation 5 la situazione che vi troverete davanti è quella dell'ultima immagine. Ovvero con il lettore ottico rivolto verso di voi e in alto. Per rimuovere la cover di plastica, se vi state domandando quanto difficile possa essere, dovete soltanto tirare leggermente sull'angolo opposto a sinistra tirarlo alla vostra destra, verrà via in un attimo.
A questo punto dovete individuare quello sportellino bianco in basso e con l'aiuto di un cacciavite a stella aprirlo.
Secondo step: Installare la memoria SSD M.2
Una volta aperto lo sportellino bianco vi troverete davanti uno slot libero in cui infilare la vostra SSD M.2, solo dopo però aver tolto la vite che troverete nell'alloggiamento più esterno e averla applicata sulla parte alta della memoria, come vedete nella seconda immagine qui sopra.
Step 3: Montare il dissipatore
Come dicevo, per risparmiare qualche danaro ho comprato un dissipatore a parte. Nel mio caso il Sabrent M.2 NVMe PS5 Heatsink a poco più di 20 euro. Invece di avere un dissipatore di calore che intrappola solo il calore nel coperchio metallico e quindi integrato nella memoria di archiviazione, questo è un dissipatore che sostituisce la copertura nativa di PlayStation 5. Ciò dovrebbe consentire un migliore raffreddamento utilizzando la ventola nativa oltre ad essere un dissipatore di calore più grande.
Speriamo bene! 🤞🏻
Fine. La vostra console è pronta, non vi resta che fare reverse engineering e rimontare tutto come l'avete smontato. Una volta riaccesa la vostra PlayStation 5, andate nel menu dedicato all'archiviazione. Qui troverete nella seconda voce del menu quanto avete installato. Mentre su Percorso di installazione potrete decidere dove fare installare i vostri giochi da lì in avanti di default. Io ho scelto la memoria SSD 980 PRO così non mi devo preoccupare di cancellare altri giochi al momento.
A giugno, PlayStation Plus e PlayStation Now si uniranno in un nuovo servizio di abbonamento PlayStation Plus che offre una scelta più ampia ai clienti di tutto il mondo con tre livelli di abbonamento.
I tier saranno: PlayStation Plus Essential, Extra e Premium.
Le novità saranno sostanzialmente negli ultimi due Tier, essendo il primo praticamente identico al PlayStation Plus attuale.
Le cose iniziano a farsi interessanti con PlayStation Plus Extra, dove alla modica cifra di €13,99 al mese / €39,99 ogni tre mesi / €99,99 all’anno avremo accesso a 400 dei giochi per PS4 e PS5. Tuttavia in questo tier nessuna opzione per giocare in streaming.
Quest'ultima accessibile soltanto su PlayStation Plus Premium per €16,99 al mese / €49,99 ogni tre mesi / €119,99 all’anno:
Vantaggi:
Offre tutti i vantaggi dei livelli Essential ed Extra
In più, include fino a 340 giochi aggiuntivi, tra cui:
· Giochi per PS3 disponibili tramite streaming nel cloud
· Un catalogo di grandi classici, disponibili sia in streaming che tramite download, dalle generazioni originali di PlayStation, PS2 e PSP
· Offre l’accesso in streaming nel cloud ai giochi originali per PlayStation, PS2, PSP e PS4 disponibili nei livelli Extra e Premium nei mercati** in cui è attualmente disponibile PlayStation Now. I clienti possono giocare in streaming utilizzando le console PS4 e PS5 e il PC
· In questo livello saranno disponibili anche versioni di prova dei giochi a tempo limitato, per consentire ai clienti di provare alcuni giochi prima di acquistarli
Alcune riflessioni. Il mercato e i videogiocatori si aspettavano da Sony una risposta competitiva rispetto al Game Pass di Microsoft, che nella versione Ultimate ha dalla sua il prezzo (12,99 € al mese), Ea Play incluso (per chi interessato) e tutte le esclusive 1st party da giocare dal day one.
A una prima occhiata sembrerebbe che PlayStation Plus Premium parta svantaggiata sotto ogni punto di vista. Io provo a vedere il bicchiere mezzo pieno in vista di giugno. Se dentro quei 340 aggiuntivi (e stiamo parlando di un totale di quasi 700 giochi disponibili) avremo tra le mani titoli degni di nota, magari anche migliorati graficamente e finalmente una retro compatibilità degna di questo nome...ecco forse anche Sony avrà fatto centro.
Dispiace non vedere una risposta anche sui titoli 1st party e la possibilità di vederli inclusi nell'abbonamento. Ma forse la posizione di mercato di Sony le permette di intraprendere comunque comodamente questa strada.
È ovvio che, sebbene abbia in backlog oltre 30 giochi da affrontare, sottoscriverò il tier più alto per testare la bontà del servizio. Soprattutto sono super curioso di provarlo in streaming. Chissà poi perché non citano il MacOs come piattaforma supportata visto che attualmente si può giocare in streaming anche da lì. Staremo a vedere se al lancio ci sarà anche questa possibilità. Su questo Microsoft è già un piede avanti nel futuro visto che i giochi streammabili al momento si possono fruire comodamente da browser nonché da console non dovendo forzatamente installare il gioco da remoto.
Attendiamo un paio di mesi per il giudizio definitivo. Intanto nei prossimi giorni proverò ad installare sulla mia PlayStation 5 un SSD aggiuntivo da 2TB perché inizio a scarseggiare di spazio. Proverò a documentare il tutto.
Stamattina ancora facevo fatica a credere alla bomba atomica sganciata ieri da Microsoft. Con la possibile acquisizione di Activision Blizzard King alla modica cifra di 70 miliardi di dollari, dico possibile perché sarà ufficiale soltanto entro il giugno 2023 quando ci sarà il benestare delle autorità di controllo antitrust, Microsoft fa un deciso passo verso il futuro dei contenuti videoludici.
Cosa questo significhi per gli sviluppatori indipendenti ce lo si inizia già a chiedere, al momento sembra a tutti un'operazione positiva di un'azienda che negli ultimi anni ha fatto uno sforzo enorme per ritornare ad essere competitiva con il brand Xbox e ci sta riuscendo molto bene. Le acquisizioni degli studi di sviluppo fatte e l'approccio utilizzato per far mantenerli indipendenti dandogli al tempo stesso la forza necessaria per emergere ha fatto dimenticare a tutti i passati infelici di Skype o Nokia.
Microsoft ha deciso di puntare su un colosso in grado di garantirgli revenue sia su game as a service, inserire nel Game Pass una libreria di titoli di tutto rispetto (che diventino esclusive non è dato sapere, anche se ci credo molto poco visto quando ci potranno guadagnare ad essere presenti su altre piattaforme), ma soprattutto iniziare a puntare al metaverso. Non un metaverso centralizzato, come ha detto il CEO nella conference call dedicata agli azionisti, ma portare tutte le IP proprietarie all'interno di tutti i metaversi esistenti e così, per forza di cose, farsi pagare per i contenuti digitali originali che Microsoft avrà a discapito degli altri.
Il videogioco è già un metaverso da diverso tempo, pensate a tutti i giochi di ruolo di massa online, si va in un mondo altro e si ripetono le stesse dinamiche della vita vera, talvolta godendo nel rompere le regole - GTA ne è l'esempio perfetto - talvolta per costruire mondi più perfetti di quello reale, leggasi alla voce Minecraft. In futuro lo sarà ancora di più e sicuramente avvantaggiarsi ora mettendo in cascina un bel po' di contenuti originali ha tutto il senso del mondo.
Ovvio, previa approvazione degli organi competenti. Non è stato mai così bello essere un videogiocatore.
🎾 Della vicenda di Djokovic, che badate bene non è ancora finita fino a lunedì, non critico tanto il libero arbitrio del giocatore. La scelta di vaccinarsi o meno sono affari suoi. Lo sono meno se mettono a repentaglio la salute degli altri, ma soprattutto c'è il tentativo di essere sopra la legge utilizzando la giustificazione dei meriti sportivi. Benché per quel che mi riguarda si dovrebbe procedere a un obbligo vaccinale esteso, mi interessa di più il comportamento eccellente dell'Australia.
In primis sarebbe bello scoprire chi gli abbia rilasciato questo benedetto permesso e messo su un aeroplano senza la documentazione valida per poter fare il suo ingresso in un Paese dove vigono certe regole. Seconda riflessione, nemmeno il più forte giocatore al mondo e tutto il carrozzone di soldi che porta con sé può essere al di sopra delle regole. E l'Australia ha dimostrato la sua integrità. Secondo voi cosa sarebbe successo se si fosse presentata la medesima situazione qui da noi in Italia? Ecco, mi auguro soltanto che con il ricorso in atto non si giunga ai soliti tarallucci e vino.
🆎 La storia che sta dietro al puzzle game Worlde è troppo tenera. Già il fatto che il suo creatore si chiama Wardle mi ha mandato fuori di testa, ma leggendo questa intervista sul Times si viene a sapere che è stato creato per la sua compagna e per il loro puro divertimento. L'1 novembre 2021 aveva soltanto 90 giocatori quotidiani, un mese dopo oltre 300.000, oggi si è diffuso a macchia d'olio in tutto il mondo. La sua bellezza sta nella sua semplicità, non ci sono pubblicità, non ci sono link, c'è solo il gioco e la possibilità di condividere i propri risultati. La scarsità di giocabilità limitata a un tentativo al giorno è proprio la chiave del suo successo, sì crea un'abitudine e non una dipendenza. Le parole con 5 lettere in inglese sono circa 12.000, ma il suo creatore si è limitato a utilizzarne soltanto 2.500, le più comuni, per circa 6 anni dovremmo essere a posto in termini di longevità. Vediamo se sarà soltanto uno dei tanti meteoriti di Internet.
Non è un caso se gli ultimi tre post siano dedicati al gaming e in particolare a Xbox. È l'attività a cui mi sto dedicando maggiormente nel mio tempo libero negli ultimi giorni e, spoiler alert su Halo Infinite, ne sta valendo assolutamente la pena.
Lo so che la stragrande maggioranza dei miei post sono invettive, critiche spesso scritte di getto o comunque riflessioni su una visione totalmente personale della realtà delle cose. Ma quando c'è da elogiare e fare i complimenti non mi tiro certo indietro. Soprattutto quando si tratta di combinare le mie passioni: gaming e comunicazione.
La serie Power On: The Story of Xbox è un documentario rilasciato lunedì scorso da Microsoft ed è composto da 6 episodi. Sulle prime si può pensare essere un omaggio soltanto ai fan del brand, tuttavia è una testimonianza impressionante di come Xbox sia riuscita a cambiare la industry e quasi sempre per il meglio, incontrando sul suo cammino fallimenti, successi o il rischio di non vedere mai la luce.
Gran parte della serie è dedicata al concepimento della prima, originale, console Xbox lanciata nel 2001. Un'innovazione tecnologica che ha portato alle primissime forme di socialità prima in presenza con i LAN parti di cui parlavo e successivamente, un anno dopo, con il lancio di Xbox Live a massificare l'esperienza di gioco online che tutti oggi conosciamo.
Oltre ad essere un'interessante testimonianza per chi è interessato a scoprire la storia di questa industria, è un profondo atto di auto riflessione da parte di un gigante della tecnologia ad oggi senza precedenti. L'essere completamente trasparenti nei confronti del pubblico, in primis quello dei videogiocatori, l'ammissione di certe scelte scellerate e come per un certo periodo di tempo si sia persa la rotta (ora riacquisita dal 2014 con la guida di Phil Spencer) è una mossa di valore di brand incredibile. Soprattutto se a questo si aggiunge il fatto che nei vari episodi vengono intervistati sia detrattori, sia diretti competitor come uno dei precedenti presidenti di PlayStation.
Uno statement di maturità da parte di Microsoft davvero illuminante e illuminato che spero venga preso ad esempio da tanti altri, anche in settori differenti da questo.
Dopo un anno di rincorsa ai ripari dopo il fail del reveal di un anno e mezzo fa, gli eccellenti risultati del comparto Multiplayer in fase beta rilasciato a novembre, la tanto attesa campagna single player di Halo Infinite uscirà oggi. O meglio, uscirà con un retrogusto agrodolce se non si abita negli Stati Uniti.
Sono 6 anni che i fan della saga, me incluso, attendono un nuovo capitolo. Attesa diventata ancora più intensa visto il ritardo di un anno e la voglia di scoprire come si comporterà sulle nuove console Microsoft next-gen.
L'8 dicembre nelle nazioni cattoliche come Italia, Spagna e Portogallo è un giorno di festa. Una coincidenza perfetta per poter passare le prime ore di campagna in compagnia di Master Chief senza dover chiedere un giorno di ferie o "buttare" un weekend. Eppure, nonostante anche io abbia apprezzato tantissimo queste passate settimane il comparto multiplayer e l'enorme lavoro fatto per far sì che diventasse un titolo apprezzato da qualsiasi fascia d'età, oggi mi sento tradito dalle promesse fatte. Sognavo di essere di fronte alla TV allo scattare della mezzanotte dell'8 dicembre, pronto ad addormentarmi sognante per poi passare tutta la mattinata di oggi a giocare senza sosta. Eppure ieri sera l'account Twitter di Halo posta questo:
Leggete questa mappa da sinistra verso destra. Il lancio di Halo Infinite è sì l'8 dicembre mattino, ma negli Stati Uniti. In Europa e precisamente nel nostro fuso orario bisogna attendere questa sera alle 19. E qui già prima incazzatura. Come è possibile buttare così una giornata intera? Poi mi sposto più a destra e mi conforto pensando a quanto in Oceania stiano messi peggio e più incazzati di noi.
Tuttavia per motivi tecnici non meglio precisati, 343 industries, la società che sviluppa il gioco ci tiene a precisare che non sarà possibile scaricare in anticipo i rimanenti GB del gioco in grado di lanciare la campagna single player. Anzi, bisognerà attendere proprio lo sblocco del fuso orario associato, riportando questa minuta sulle dimensioni di installazione:
Quindi per chi ha già installato il gioco nella sua iterazione Multiplayer (come il sottoscritto), avrà 25.86GB addizionali.
Ora, la situazione delle connessioni in Fibra in Italia, ma come anche negli altri Paesi del sud Europa è storia nota. Con i miei miseri 30Mbps forse se andrà bene riuscirò a giocare alla mezzanotte sì, ma del 9 dicembre.
Ok. È un giorno di attesa ulteriore, che sarà mai. Mi infastidisce però che le comunicazioni vertevano su un 8 dicembre generico, dove tranquillamente come avviene per qualsiasi altro gioco ci si poteva aspettare la concessione di giocarlo dalla mattina dello stesso, mentre così è a discrezione di quanto è veloce la tua connessione a scaricare un contenuto. A mio modo di vedere una scelta folle e senza senso. Promettere l'arrivo di un gioco e permettere di giocarlo soltanto a giorno finito per una mera questione di fuso orario. Mi domando chi ha acquistato la copia fisica se effettivamente dovrà attendere lo sblocco dei server questa sera alle 19.
Quella che si sta per chiudere è sicuramente stata una settimana targata Xbox. In primis l'impressionante numero di giocatori al lancio di Forza Horizon 5, lunedì l'arrivo dell'edizione limitata di Xbox Series X a tema Halo Infinite, ma e soprattutto martedì la celebrazione dei primi 20 anni (se avete bisogno di un primo ripasso, qui) di questo brand nato totalmente dalla voglia di provare a fare qualcosa di diverso e migliore rispetto a chi già stava sul mercato in quel periodo.
Ma se della storia di questa console si sa già tutto, vorrei lasciare qui alcuni ricordi a cui sono particolarmente legato. Il primo è quello di aver creato la prima scheda tecnica della prima console su everyeye...e l'articolo è ancora lì. Sì perché io Xbox l'aspettavo come una manna dal cielo. Quando ero piccolo avevo questa fissa per Microsoft e avevo il sogno nel cassetto, non poi così tanto nascosto e poi realizzatosi per mia fortuna, di voler lavoraci. E quindi quando dopo qualche anno di PlayStation, la primissima PlayStation, iniziai a sentir parlare di una fantomatica console a brand Microsoft decisi di aspettare a comprare PlayStation 2 e di attendere l'uscita di una fantomatica scatola X.
Così fu. Spostai la postazione della console da camera mia al piano di sopra all'arrivo di Xbox. Questo perché più vicino alla connessione ADSL che avevo in quegli anni e attraverso la quale iniziavo a giocare online all'incirca dal 2003. Nel frattempo scoprii proprio la community di everyeye.it. Scoprii Forumeye.it e per un certo periodo della mia vita non esisteva altro. Erano i primi anni universitari per me e il tanto tempo libero mi consentiva di concentrarmi sulla mia passione più grande: i videogiochi. Non mi bastava giocarci, volevo parlarne, confrontarmi, far sentire la mia voce e ascoltare anche quella degli altri, trovare nuovi compagni di giochi. Non avrei dovuto aspettare molto. Con Halo conobbi davvero tante persone di Forumeye con cui spesso e volentieri mi trovavo nei weekend a organizzare lan party con anche 5 TV collegate in stanze diverse e a divertirci come pazzi. Avrei voluto vivere così, per sempre. La mia seconda più grande passione si chiama(va) Fifa. Iniziai a giocarci nel 1994 sul la prima console casalinga di SEGA e non ho ancora smesso di farlo. Negli anni targati Xbox mi impegnai davvero un sacco e nella sua prima iterazione online, quella del 2005, mi classificai terzo tra i giocatori italiani di quell'anno. Me la cavavo bene devo ammettere e tra la community ero diventato un vero punto di riferimento.
Diventai per un certo periodo di tempo community manager per EA Sport, venivo ripagato in viaggi di anteprima. In Canada al campus EA sono stato 2 volte, così come a Londra per vedere quanto sarebbe uscito qualche mese dopo sul mercato. Iniziai anche a fare amicizia con gli amministratori di everyeye e chi ancora adesso lo porta avanti con tanta passione, come ad esempio Francesco Fossetti. Iniziai a scrivere i primi articoli per loro e capii che questa sarebbe stata la mia terza passione che avrei successivamente portato avanti soltanto attraverso il mio blog personale e Fuorigio.co, ma questa è un'altra storia. In quei primissimi anni di Everyeye, Francesco divenne il responsabile editoriale per la sezione PlayStation e io per quella Xbox. Andammo insieme nel 2005 all'E3 di Los Angeles. Sì, quell'E3. Un sogno ad occhi aperti.
Ricordo quegl'anni con profonda nostalgia. In primis perché mi divertivo con un pazzo a fare quello che facevo, giravo per l'Italia e il mondo a vedere anteprime di videogiochi, dare feedback a EA per i capitoli di FIFA, la seconda ragione perché è durato davvero troppo poco e probabilmente perché non ho creduto a sufficienza di voler provare a portare avanti la carriera di giornalista videoludica. Questo sicuramente resta uno dei miei più grandi rammarichi collegati al ricordo non solo di Xbox ma più in generale a quello che è stata quell'epoca d'oro dove i nostri social network erano un forum, MSN Messenger e Xbox Live. Non ci serviva altro per divertirci.
Un altro aneddoto divertente riguarda il mio gamertag. Mi registrai a Xbox Live tra il 2003 e il 2004 con il gamertag attuale. Tuttavia in quegli anni avevo un'altra fissa (sì ne ho molteplici), ovvero cambiare spesso indirizzo email, motivo per il quale beccavo un sacco di insulti da tutti i miei amici. Dopo qualche anno con Roberto, un altro caro amico conosciuto su Forumeye, decidemmo che avremmo voluto buttarci in un avventura editoriale tutta nostra. Playdifferent. Registrammo il sito e tutto, e la mia email fu contz@playdifferent.net per un tot di mesi. Per un motivo o per un altro decidemmo poi di chiudere tutto e far morire il progetto di morte naturale. Io nel frattempo avevo associato tutti i miei account a quell'indirizzo email che morì insieme al dominio. Persi pertanto la password del mio account Xbox e dovetti crearne un altro: Funtasteec.
Per farvi capire quanto son strano, questa cosa mi allontanò non poco dal mondo online di Xbox e decisi di sviluppare maggiormente la mia attività online su PlayStation dove il mio tag è sempre stato Contz. Nel 2016 proprio mentre lavoravo in Microsoft decisi che era venuto il momento di fare qualcosa per riavere il mio gamertag. Il supporto non mi fu mai di aiuto negli anni precedenti perché non avevo abbastanza elementi per dimostrare che fossi io il vero proprietario, e Microsoft non rilasciava l'utilizzo di account dormienti. Perciò dopo qualche giorno di ricerca trovai il collega a Seattle a capo della parte gamertag, gli spiegai il tutto, vide che quello che gli dicevo era vero e che tutti i miei dati combaciavano e voilà.
Avrei mille altre storie legate a Xbox. Di sicuro mi ha aperto strade che senza la sua esistenza non avrei mai pensato di poter intraprendere, persone che altrimenti non avrei mai conosciuto, ma soprattutto capolavori che non sarebbero mai esistiti. E anche se direttamente non sono mai riuscito a lavorarci, vedere che ancora oggi a distanza di 20 anni con una nuova console, un servizio allucinante a pensarci solo qualche anno fa come Game Pass e il giocare sul cloud mi fa ben sperare per i futuri 20.
Se nella tv principale di casa, quella del soggiorno, sono connesse sia Xbox Series X che PlayStation 5, mi sono trovato nell'ultimo anno nella condizione di voler/dover giocare dalla mia stanza da letto.
Ho provato differenti set-up. Sfruttando Stadia e Xbox Game Pass tramite dispositivo mobile android, ma ho convenuto che sì, comodissimo avere centinaia di titoli a portata di mano, ma lo schermo è decisamente troppo piccolo per apprezzare la bontà di un gioco nato per il 4K. Ho provato a portare nel letto anche un iPad Pro 10'', ma non c'è stato verso nel posizionarlo nel migliore dei modi, l'inclinazione desiderata è impossibile da ottenere.
La voglia di videogiocare mi ha aiutato ad ingegnarmi e trovare la soluzione ideale. Sia PlayStation che Xbox tramite le loro app iOS permettono di giocare in remoto se il device è collegato alla stessa linea Wi-Fi della console. Quindi collegando un qualsiasi controller bluetooth all'iPad posso giocare da qualsiasi stanza della casa. Grazie all'impianto installato qualche mese fa ho zero problemi di lag ed è come avere sempre a disposizione un secondo schermo da cui giocare.
Ora l'iPad, se munito del suo dongle originale, è in grado di proiettare qualsiasi contenuto a una TV collegata in HDMI (purtroppo non ho una TV con AirPlay, altrimenti avrei potuto fare a meno di un altro cavo), trasformando così uno schermo da 10.9'' in una vera e propria TV. Purtroppo né l'app Xbox né tantomeno quella PlayStation consentono di andare in full screen, mostrando mentre si gioca la barra in alto con le informazioni su orario e batteria dell'iPad, ma vuoi mettere la goduria di mettersi a letto accendere la TV e poter giocare prima di addormentarsi come se fossi sul divano del salotto?
Il mio backlog non ha più scuse. Ho ripreso in mano Gears Of War 5. Dopo di che si passa a: Control, Prey, Ghost of Tsushima, Death Stranding, Flight Simulator, Hades, The Ascent... la lista sarebbe chilometrica, molto più lunga di tutto questo post.
In questa seconda edizione tutta digitale dell'E32021 Microsoft fa la voce grossa e mostra finalmente una line-up di giochi, spesso espressamente dedicati alle console next-gen, di spessore e 27 casi su 30 disponibili su Game Pass con esclusive perenni (Starfield su tutti e per il quale ci sarà da attendere un po') o parziali ma comunque sostanzialmente gratuite insieme all'abbonamento mensile.
Qui non posso non citare alcune piccole gemme come Somerville (dall'ex fondatore di Playdead, Dino Patti, un'atmosfera unica non so perché mi ha ricordato The Last of Us II) o Twelve Minutes in arrivo a fine agosto. Hades che finalmente potrò giocare su console senza tirar fuori un euro in più, così come A Plague Tale: Requiem e il sensazionale Forza Horizon 5 che cambia ambientazione e approda in Messico con un foto realismo prossimo alla realtà e che dimostra come si possano sfruttare al massimo le librerie di Flight Simulator (anche lui in arrivo su Xbox Series X|S il 27 luglio) tra le varie software house degli Xbox Studios.
Profonda amarezza invece per Halo Infinite. Schiaffato lì in mezzo alla conferenza come un giorno della settimana povero di sodio. Non è stato mostrato niente della campagna e niente di in-game. Solo il multiplayer ha alzato leggermente il livello dell'attenzione, ma, a parte questo, mi ha lasciato abbastanza basito il non aver trovato un passo deciso in avanti rispetto all'anno scorso. Ho seri dubbi sulla possibilità di vederlo pubblicato entro la fine del 2021.
Qui trovate tutti gli annunci, sono tanti, e finalmente Microsoft ha lasciato un segno importante su questa fiera dimostrando con la strategia Game Pass di portare effettivamente i videogiochi che contano in qualsiasi luogo ci troviamo. Da mobile, su console, e molto presto anche senza il bisogno di avere una. Non è una cosa da poco, il play anywhere si sta finalmente concretizzando e non c'è miglior modo di festeggiare questi primi 20 anni di storia.