Una serra sospesa su Parco Sempione, la skyline e la madonnina a fare da panorama, un edificio artistico degno del luogo in cui risiede.L’ Osteria con Vista della Terrazza Triennale si presenta così. Nonostante le nuvole minacciose con Michela ci siamo accomodati nella parte esterna dell’ultimo piano del palazzo omonimo, in attesa di degustare la cena.

Dato il contesto, mi aspettavo una cucina sofisticata, dove una volta posata la forchetta ci si alzava ancora con i crampi allo stomaco. Invece perfette le quantità, sazi e felici.Con Michela (lei ci era già stata) ci siamo accomodati, accolti da uno staff davvero cordiale, e ci siamo fatti guidare dal tocco dello chef stellato Cerveni.Purtroppo per voi i miei piatti non hanno la medesima scenografia di quelli di pesce (non ne mangio), ma posso garantire l’eccellente sapore di materie prime ad alto tasso qualitativo.Apriamo con un omaggio della casa, passato di piselli con burrata, quest’ultima sin troppo liquida e annegata nell’olio, ma al gusto il tutto si amalgamava nelle giuste quantità, senza schiacciare i sapori dei tre ingredienti.

Ci siamo divisi come primo gli stracci al grano arso al pesto ai pistacchi, del quale non ho una foto decente, forse il piatto più caratteristico tra tutte le portate. Il sapore quasi amaro dei legumi verdi si scaglia con precisione contro il sapore dei pistacchi e del basilico, creando un’amalgama perfetta da accompagnare al sapore ruvido della pasta scelta.Metti insieme poi della carne cruda e tartufo e io sono pronto a qualsiasi cosa. Cattura la mia attenzione alla prima sfogliata del menu la, crollo completamente quando il cameriere annuncia essere il piatto migliore tra i secondi.Ora, su altre 4 opzioni disponibili, 3 sono di pesce, quindi non posso essere che concorde.

Sul dolce la mia scelta cade sulla crème bülée al tè nero, limone candito e sorbetto alle more. Trovo la mescola degli ingredienti ineccepibile. il mio palato si contrare e non poco al contatto con il limone candito. Effetto caramella zuccherata, decisamente fuori luogo in un piatto già colmo di zuccheri.

Parte della cucina a vista, le ampie vetrate, sembrano suggerire un ambiente desideroso di abbracciare gli spazi verdi circostanti, benché con la testa bassa sul cibo, la sensazione è quella di essere in un picnic piuttosto che con le gambe sotto al tavolo.

Questo per certo favorisce l’immersione nel contesto, assaporare il cibo non facendoci quasi caso. Il ristorante eccelle per stile e accoglienza, livellerei personalmente la scelta con l’aggiunta di qualche piatto esclusivamente vegetariano, ma credo che limitare poche pietanze per portata sia la scelta giusta per qualsiasi tipo di esercizio.Concludendo, si, ve lo consiglio.

P.s. non fatevi distrarre troppo dalle sciure milanesi imbruttite, o dagli arricchiti in fase di pavoneggiamento con giovani rampolle da sfoggiare in pubblica piazza.P.p.s. Sebbene abbia preso solo un calice, non inserito nella lista dei vini in carta, mi sono ritrovato costretto a fermare il cameriere per una foto di rito. Il vino scelto è tra i più buoni mai assaggiati in vita mia. Neo Zelandese, Sauvignon Blanc, il Bishop’s Leap ha un gusto fresco e leggero, particolarmente fruttato e non fa a pugni con tutta la carne rossa ingurgitata.

Giudizio finale:★★★☆Terrazza Triennale — Osteria con vistaIndirizzo: Viale Alemagna Emilio, 6, 20121 MilanoTelefono:02 3664 4340