Buongiorno Amsterdam
Non ti ricordavo così. Sono state sufficienti davvero pochissime ore per sentire un’accoglienza e un calore che a Milano non ho visto e sentito forse mai. Al di là della temperatura fantastica, 21 gradi costanti tutto il giorno a metà luglio (non so se è un’anomalia o d’estate sia sempre così, nel caso si medita il trasferimento qui), l’altro ieri pomeriggio mi sono perduto camminando tra i canali e non è stato difficile trovare, in più angoli della zona in cui pernotto, gruppi di persone dello stesso palazzo o forse quartiere buttare giù tavoli e sedie e farsi un aperitivo di comunità. Ma quando mai vedi ancora una cosa simile in Lombardia? Forse 30 anni fa si facevano queste cose. Tra l’altro almeno un paio di loro ci hanno invitato a condividere con loro il cibo chiedendoci se avessimo già mangiato.
Non so se costume locale, oppure fortuite casualità. Ma mi ha fatto sentire bene.
Altri piccoli grandi dettagli notati. Il primo, le tipiche latitudini nordiche fanno si che alle 22 sembri ancora lontana l’ora del tramonto. Ho dovuto tirare per bene le tende oscuranti della mia camera perché c’era ancora una bella luce. Tutto a favore della socialità e del volersi vivere la città fino all’ultimo.
Secondo dettaglio, non banale, i rumori di fondo. Il tappeto sonoro della città è completamente diverso dalle nostre. C’è meno traffico di auto e prevalgono solo suoni di campanelli o di pedalate. In più tante delle auto in circolazione sono già elettriche. Se non presti particolare attenzione al selciato, gli unici rumori fastidiosi sono quelli della ferraglia dei tram o di moto con motori troppo rombanti. Non so quanto sia ingiusto paragonare le due città. Qui ci sono poco più di 900.000 abitanti, mentre a Milano 1.3 milioni, con una sproporzione in termini di superficie a svantaggio di quest’ultima di 189 km² vs 219 km² della capitale olandese, ma tant’è in un’ora e trenta minuti di aereo sembra di entrare in una dimensione parallela dove le brutture sono state nascoste molto bene sotto un grande zerbino chiamato evoluzione civica.
Tutti sembrano, senza retorica, felici della vita e lo mostrano senza fatica apparente. E no, senza scadere in battute sulle droghe leggere legali. Ma mi manca questo spirito positivo in Lombardia. Forse a Milano abbiamo lo sguardo volto altrove, e ancora troppo poco concentrato sulla violenza dilagante e sui problemi di sicurezza da risolvere a stretto giro prima di pensare a una mobilità urbana senza auto o ospitare 170 nazionalità diverse in grado di convivere pacificamente.
Buongiorno Amsterdam, ti saluto una domenica mattina prima di tornare in Italia e ti invidio tanto.