C’è che un altro anno sta finendo e si accende di piccole speranze inattese per situazioni a lungo cercate senza bene sapere se fossero quelle che realmente volessi.

Nonostante ciò, accadono continuano ad accadere e sempre accadranno. È passato in sordina quieto e veloce con rari picchi di pura gioia o di giornate da registrare nell’album dei ricordi.
Anzi, sono state più le piccole sconfitte personali. Niente di serio, ovviamente, se paragonate ai reali problemi di questo pianeta (riconducibili in ampia misura all’essere umano), ma è inevitabile notare come ci troviamo a misurare — o perlomeno è così che funziona per me e credo per tanti altri — il nostro grado di soddisfazione personale in base al conseguimento o meno di determinate aspettative od obiettivi che il più delle volte sfuggono al nostro controllo.

Indi per cui immagino che la ricerca del benessere, inteso come il sentirsi in pace con se stessi e il mondo, implichi orchestrare la nostra vita (se siete programmatori) o giornata (se siete fatalisti come il sottoscritto) per disporre ciò che possiamo influenzare a “guardare” positivamente verso la nostra parte.
Di conseguenza, imparare ad accettare quelle piccole sconfitte personali sopra citate come una serie di accadimenti, avvenuti per qualsivoglia ragione, come qualcosa di cui non abbiamo colpa è stata la ricetta migliore per affrontare questi 365 giorni che si stanno per chiudere.

Nessuno sa dire come essere felici, lo sapete solo voi ed è in generale una cosa troppo soggettiva per meritare una definizione universale, non c’è qualcosa che vada meglio di un’alta. Dal canto mio ho imparato ad organizzare il mio tempo, talvolta in modo anche egoistico, per fare dare e ricevere per poter provare ad avvicinarmi quanto più possibile ad essa.

Benché non sia tra le mie più stimate professionalmente, il post di un’attrice mi è passato davanti nelle settimane passate ed è stato condiviso da una moltitudine di persone più probabilmente perché faceva figo scimmiottare concetti tanto speciali così come si fa ogni giorno con tantissimo contenuto spazzatura. Per poi scoprire non essere suo, ma ad ogni modo sono le parole in esso contenute ad essere importanti:

“I no longer have patience for certain things, not because I’ve become arrogant, but simply because I reached a point in my life where I do not want to waste more time with what displeases me or hurts me. I have no patience for cynicism, excessive criticism and demands of any nature. I lost the will to please those who do not like me, to love those who do not love me and to smile at those who do not want to smile at me. I no longer spend a single minute on those who lie or want to manipulate. I decided not to coexist anymore with pretense, hypocrisy, dishonesty and cheap praise. I do not tolerate selective erudition nor academic arrogance. I do not adjust either to popular gossiping. I hate conflict and comparisons. I believe in a world of opposites and that’s why I avoid people with rigid and inflexible personalities. In friendship I dislike the lack of loyalty and betrayal. I do not get along with those who do not know how to give a compliment or a word of encouragement. Exaggerations bore me and I have difficulty accepting those who do not like animals. And on top of everything I have no patience for anyone who does not deserve my patience.

Meryl Streep quoted it as words she lives by!

Tuttavia mi ha aperto profondamente gli occhi, come diceva Gandalf nel film de Il Signore degli Anelli spetta noi decidere cosa fare del tempo che ci viene concesso e siccome la media delle persone si accorge di quanto passi velocemente troppo tardi, lo reputo sempre attuale per poter provare ad influire ancora maggiormente su quanto è in nostro controllo.

Da qui gli spunti per cambiare un comportamento o creare una nuova routine come dice Marco Montemagno in questo suo video, oppure, cosa che ha funzionato con me, provare ad aprirsi a nuovi punti di vista, nuovi cibi, nuovi generi musicali, nuove attività sociali e sportive etc. Con questi presupposti credo si possa comprendere più a fondo il significato delle parole di Maryl Streep.

Ora, ai più questi paragrafi appariranno una marea di vaccate scritte in preda al delirio da mancanza d’ossigeno dovuta alla pressurizzazione di questo aereo (Sono per la prima volta su un volo transoceanico AirFrance, scelta ottima. Evitate Delta e American Airlines come la peste) che mi sta portando a Los Angeles per lavoro, sprovvisto di connessione Internet, ma dopotutto un blog (nella sua primigenea concezione) è la miglior palestra per riflettere su certi aspetti dell’esistenza senza essere necessariamente dei filosofi, provando a stilare un piano per essere delle persone migliori o peggiori a seconda di cosa vogliate per davvero per voi stessi.

E sfido chi dice che non è più necessario chiamarli tali perché ormai sono troppo oscurati dall’ombra dei Social Network, come nel recente post di 6pixel…. Provate a raccontare voi stessi con la stessa riflessione su altri luoghi e poi ne riparliamo.

Ci avete mai provato? Potrebbe funzionare anche con voi. È una piccola cosa, ma mi è sempre stata utile in questi ultimi 8 anni in cui ho iniziato a scrivere sul serio, ma soprattutto a condividere. Sotto ogni punto di vista, lavorativo, sociale e da cui sono anche nate qualche piccole soddisfazioni.
Medium, Tumblr, Wordpress.com sono tutti dei buoni punti di partenza gratuiti. Oppure Squarespace (che poi è la piattaforma che uso) se si vuole un po’ più di facilità creativa, ma con un mantenimento sul lungo senza troppi grattacapi.

Un bacio da Santa Monica e buona vita.