Heavy Rain
Ad ogni azione una reazione. Ad ogni causa il suo effetto. Riassumere Heavy Rain così non è sufficiente, ma se mi chiedessero di farlo con un concetto non saprei esprimermi meglio. Dei tantissimi giochi che ho la fortuna di saggiare, ben pochi sono in grado di portare a termine. Il tempo a disposizione mal si sposa con tutto quello che c’è a scaffale.Il tanto rumoreggiare che si è fatto intorno a Heavy Rain mi ha convinto a dare quanto meno un’occhiata. L’ho finito. In due giorni.Perché?L’appellativo di videogioco a Heavy Rain sta stretto. I comandi sono una didascalia continua, non c’è bisogno di ricordarli, appaiono onnipresenti nell’ambiente in cui ci si muove. L’interazione è minimale e leggera, a cui tutti possono prendere parte, anche chi non ha mai preso un pad in mano.
La profondità del racconto e un alto coinvolgimento emotivo sono il risultato di un sapiente utilizzo di un particolare tipo di Quick Time Event. Decisioni rapide in momenti topici determinano l’andamento della storia facendo si che il giocatore si perda in pieghe e intrecci narrativi ogni volta (18 a quanto pare i finali disponibili) differenti. Non esiste Game Over, le nostre scelte fanno progredire sempre e comunque, qualsiasi esse siano.Heavy Rain è la cosa più vicina a un film o meglio, a parer mio, ad un libro, che abbia mai visto da quando ho iniziato a videogiocare. E’ un’immersione totale, un lungo sorso alcolico di tequila che va ingerito tutto d’un fiato come da tradizione. Ma che al tempo stesso lascia una sensazione di amaro in bocca.Non c’è senso di libertà, è un percorso guidato, che se da un lato lascia pochissimo spazio alla noia dall’altro rende il gameplay poco profondo anche se mascherato da una saggia sceneggiatura che perde qualche colpo solo nei momenti finali. Probabilmente il gioco avrebbe meritato un controller differente da un dualshock, troppo vetusto per un’esperienza del genere. Dei muscoli di Playstation 3 poco si percepisce a parte un attento studio dell’espressività dei volti.Non voglio svelare nulla della trama, ho bisogno di credere che chiunque ami questo genere artistico abbia l’occasione di provarlo. Come dice Wired, Heavy Rain è come una crepa su un vetro, una minuscola frattura che lascia intravedere come in futuro saranno i videogiochi, o almeno una parte di essi. Un bagno interattivo che avvolgerà i nostri sensi.E’ destinato a diventare un grande classico, come Moby Dick o Il Signore degli Anelli, un’esperienza da vivere. Se ne avete l’opportunità, fatelo.