Finalmente ho terminato la visione de La Casa Di Carta. La serie TV Netflix di produzione spagnola, divisa in due parti, che racconta la storia di un’epocale rapina alla zecca di stato di Madrid.Il classico stile heist movie, ricalca tanti cliché del genere. I nomi di città per identificare i personaggi protagonisti, la resistenza contro il Sistema, il farci apparire i cattivi come buoni e i buoni come cattivi.L’intreccio viene snocciolato da uno dei personaggi, Tokyo, raccontato dal suo punto di vista come voce narrante. Il colpo del secolo ha una piano perfetto e studiato nei minimi dettagli dal Professore, il cervello di tutta l’operazione che mette insieme un gruppo di disperati, ognuno con la propria storia personale e motivazioni che l’ha condotto sin lì.[embed]https://youtu.be/ebPRR4CVNLU\[/embed\]La fiction ha come minimo comun denominatore il surrealismo. Dalla scelta del travestimento con l’utilizzo di una maschera di Dalì da parte dei rapinatori, fino ad alcune scene di dubbia credibilità circa l’incapacità della polizia nel poter affrontare lo “scacco matto” della banda.Queste prime due parti (sono già state confermate le parti 3 e 4) sono eccessivamente prolisse, molti episodi sono superflui per la comprensione della trama, ma forse indispensabili per approfondire molto bene il profilo dei personaggi.Senza contare i colpi di scena, stressati in maniera estrema, che caratterizzano in abbondanza ogni puntata. Il plot twist è sempre dietro l’angolo e forse anche questo aspetto alimenta l’aura di surrealismo di cui la serie è intrisa.Non mancano le citazioni e rimandi alla filmografia di genere. Le scene di stallo a “Le Iene” di Tarantino, Il tuffarsi su una montagna di soldi come in Breaking Bad, la voglia di riscatto come in “V per Vendetta”, il significato potente della “maschera” come in Superman etc. La Casa di Carta è un continuo rimando e celebrare un grande miscuglio di rivincita e libertà fatto di antipatia verso il Sistema.[embed]https://youtu.be/XYWnzNwHF0E\[/embed\]Infine, l’amore. Per come viene trattato l’argomento sembra il più delle volte di trovarsi in una puntata del Grande Fratello o Tempation Island per la facilità con cui alcuni dei personaggi cambiano partner.Tuttavia è innegabile che il fil rouge dell’amore faccia da generatore di empatia nei confronti di tutti i rapinatori, il cui profilo viene sviluppato perfettamente nel corso della serie senza scadere in stereotipi o banalità, e sarà poi l’elemento scatenante delle tante difficoltà nel procedere della rapina.

Perché guardarlo?

La Casa di Carta ha il pregio di tenerti incollato allo schermo. Regia, fotografia e colonna sonora sono eccellenti. Nonostante il costante climax di avvenimenti sia più vicino al paradosso che alla realtà, non si può fare a meno di andare avanti e scoprire cosa ne sarà del destino di questi antieroi che resistono per la libertà, senza rubare realmente a nessuno.Penso sia LA serie da seguire in questo 2018 ancora scarno di grandi colpi di scena. Dagli attori scelti, al doppiaggio eccellente in lingua italiana (benché comprensibilissima in Spagnolo, la voce reale dei personaggi non rende giustizia), La Casa di Carta è la dimostrazione di come si possano creare degli ottimi contenuti a livello locale senza dover essere necessariamente a Hollywood.E in questo Netflix sta facendo un eccellente lavoro nel portare alla ribalta attori poco famosi, ma qualitativamente molto validi, così come accaduto anche per Suburra in Italia.Sicuramente da guardare.★★★☆