Prendendo spunto da questo post di Six Colors, noto come per me l'utilizzo di molte delle applicazioni produttive e non, si sia spostato a gran forza sul browser-only.

Complice il miglioramento di tutta la suite Office 365 su browser, e in generale di tutte quelle social, ormai apro soltanto di rado un'app diversa da Chrome. Spotify è l'altra sempre attiva, per il resto mi trovo ad utilizzare solo PowerPoint quando è il momento di creare una presentazione o proiettarla su Teams (aperto su browser).

Questo approccio, che adotto ormai da qualche settimana, ha il beneficio di aver alleggerito di tanto il peso sulla RAM del computer aziendale, migliorato il consumo di batteria quando non è sotto carica, ma soprattutto mi consente quando lavoro da casa di non doverlo toccare e accendere direttamente il MacMini dove, da Chrome, ho tutto perfettamente sincronizzato. O, banalmente, dovessi trovarmi in difficoltà, accedere da qualsiasi computer/device non mio a tutto il mondo lavorativo senza problemi.

Inoltre, avendo la dock del Mac sempre nascosta, se ciò su cui sto lavorando non è all'interno del browser, difficilmente riesco a prestarci attenzione e passare da un'app all'altra è diventato estremamente noioso. Mentre da browser basta un clic e che sia Twitter o un'importante mail di lavoro ho la sensazione di non perdermi nulla.

Sono sempre stato un fedele utente Safari, ma da quando sono passato per uso personale a Google Workspace, ho migrato verso Chrome. Trovo estremamente utile il raggruppamento delle Tab per colore in modo da capire immediatamente se lì c'è qualcosa di sensibile oppure una tab cazzeggio, ma soprattutto la quantità di estensioni utili alla mia sanità mentale; da quelle legate al blocco della pubblicità invasiva alla perfetta integrazione di 1Password.

Non so voi, ma sempre di più le app le relego a iPhone e iPad.