Ventiquindici
Come l’ultimo post dell’anno passato , è il momento di fare il mega recappone di questo 2014 che sta per finire.Per ragioni di tempo vi sarete accorti che nella seconda parte dell’anno “Why I Blog” si è un po’ fermato, ma conto di rimetterci mano con il 2015, ho già preparato un set di amici, conoscenti, blogger da contattare per arricchire il tutto.Menziono soltanto Gigi che qualche giorno fa ha scritto una semplice grande verità:
I blog non sono morti e non moriranno mai. Possono solo migliorare.
Torniamo ai post più significativi sotto ogni punto di vista:
- 31 anni e sentirli. Bene però.
- Matthew McConaughey protagonista di due produzioni molto accattivanti: Interstellar e True Detective
- Il film Her mi ha fatto riflettere tanto
- Anche se l’anno è iniziato con Di Caprio e il suo lupo di Wall Street
- Ad ogni modo blog e comunicazione restano il mio argomento preferito. Riflessioni su Medium, il’anonimato online e come differiscono i nostri comportamenti quando siamo offline
Passiamo senza troppi indugi, come da tradizione, alla parte migliore del post. I migliori album del 2014.Beh, quest’anno la scelta è stata molto complicata, tuttavia sul podio vanno loro 3: Royal Blood. Il duo britannico si è formato soltanto un anno fa, ma il sound pole position, come già avevo scritto all’uscita posiziono sicuramente i Royal Blood garage rock ha già ipnotizzato i big. Lì vedrò prima a marzo qui a Milano e successivamente insieme ai Foo Fighters a Wembley il giorno del mio compleanno (Si ce l’ho fatta!).Secondo posto per gli Spoon con They Want My Soul. Conoscevo già la band, ma questo album ha riportato freschezza alle sonorità rock mascherate da indie, merita più di un ascolto perché è stata veramente una perla rara di quest’anno musicale.Infine, la maturazione dei Kasabian (qui alcuni video girati durante il concerto a Milano) con 48:13. Qui troverete le tipiche fusioni tra indie rock ed elettronica caratteristiche della band, con qualche richiamo alla musicalità tipica dell’hip-hop. Bow e Clouds i pezzi da non perdere.Ho dovuto lasciare fuori dal podio altri due album. Sonic Highways dei Foo Fighters e Rip This dei The Bass Drum of Death. Il primo non ha dei brani rivoluzionari, tuttavia lo si può comprendere al meglio solo sei si guardano gli 8 episodi della serie TV omonima. Il progetto personalmente mi ha appassionato tantissimo. Il secondo è stata una rivelazione, potenti e veloci come piace a me.Anche quest’anno ripeto quanto gli auguri non facciano parte del mio essere, ma quello che posso fare è di ricordarvi che perdersi è sempre la cosa migliore.Buon inizio anno!