Le sale d’aspetto degli ospedali sono scatole vuote dove il tempo ha una velocità diversa rispetto all’esterno. Non ci sono, penso volutamente, orologi appesi al muro. Forse per farti dimenticare di essere lì. Nell’ultima settimana le ho abitate per qualche ora. Qui ogni forma d’ansia, di pressione immotivata, ogni senso d’urgenza viene per forza di cose azzerato dopo pochi minuti. Si è nelle mani d’altri e delle loro decisioni, noi, da questa parte, siamo tutti uguali.

Mi ha dato modo di pensare rispetto a un’altra faccenda, per fortuna positiva, di questi ultimi giorni che entrambe, in fondo, centrano con il tempo, la sua gestione e quanto ne siamo succubi.

Ho da poco azzerato tutto l’impianto home theatre di casa, vendendo le classiche 5 casse, subwoofer e amplificatore, passando alla più pratica soundbar Sonos Arc accompagnata dal Sub Mini (il decluttering procede spedito).

Dopo qualche settimana, questo cambio mi ha costretto però a dover valutare l’acquisto di un nuovo televisore in quanto la tecnologia eArc della soundbar poco si sposava con il mio Sony Bravia del 2016. Propizia fu la settimana Black Friday - Cyber Monday. Ho acquistato un OLED LG C2 da 55” con quasi 700€ di sconto su Yeppon.it

Ora, non so quanti di voi conoscano Yeppon come sito e-commerce di tecnologia, ecco nemmeno io così tanto bene. Ma l’acquisto d’impulso dovuto dal prezzo goloso da una parte, e la fretta ingiustificata di avere subito un nuovo tv dall’altra, mi hanno portato ad interessarmi di questo sito solo dopo aver cliccato su Acquista visto i 1.190 euro vs i 2.000 ufficiali.

Ok, le recensioni positive superano le negative, ma quest’ultime, se cercate bene, parlano tutte di problemi di consegna, di ritardi e poca attenzione verso il cliente. Dal momento in cui ho iniziato a leggerle, la mia angoscia di aver subito una truffa e di non ricevere il tv sono salite proporzionalmente. In breve. Dopo qualche richiesta di conferma al servizio clienti e qualche telefonata andata a vuoto al corriere, la televisione è stata consegnata entro i 6 giorni dall’ordine, ieri, di domenica e con estrema precisione e puntualità.

Chissà perché, forse fin troppo abituati ad avere tutto e subito, alla consegna in 24 ore, alla puntualità e standard fin troppo elevati per l’acquisto di un bene di tali dimensioni e valore, ci aspettiamo di essere costantemente aggiornati sul suo tragitto, sul dove si trovi in qualsiasi istante, in costante apprensione fintanto che non raggiunga intatto l’uscio di casa.

È così con tutto. Fateci caso. Siamo in perenne apprensione in attesa della prossima cosa, in attesa del futuro che non sembra arrivare mai. Ecco la terza coincidenza, sempre di ieri, questa intervista ad Ernia in cui dice proprio questo. La nostra concezione del tempo ormai è scandita dall’attesa di qualcosa di nuovo, rincorrere senza fermarsi mai. Ed è sempre più difficile godersi il momento, il periodo, guardarsi da fuori e sapere di essere più che fortunati. Ormai è la nostra comfort zone.

L’attesa non è mai un piacere, non più. È un’agonia ormai. Un circolo vizioso fatto a ruota da criceto. Scendere si può, ma è tremendamente complicato.

A rinfrancarmi, a riportarmi alla realtà lenta, da qualche tempo ci sono le cose manuali. Il sistemare la pittura di qualche muro di casa, piccole aggiustature. O anche semplicemente l’aver finalmente dato un senso a tutti quei cavi volanti dietro alla TV. Quale miglior occasione se non nel cambiamento di dare il mio senso alle cose?