Dispacci americani #2
Erano tanti mesi che questa copiosa voglia di scrivere non si accaniva nella mia testa. Eppure eccomi di nuovo. Gli stimoli qui non mancano, quindi perché non rifletterci su?
Ho conosciuto di persona Efrem a Gennaio appena arrivato a Los Angeles a casa di un’amicizia in comune. Nella nostra breve chiacchierata mi ha raccontato un po’ dei suoi progetti per i mesi a venire, su come volesse trascorrere tempo in California e concentrarsi sull’industria del Cinema.
Il suo ultimo video mi tocca da vicino. Efrem esprime tutto il suo disagio nel vivere qui. Nell’affrontare una città basata sulle auto, sulle distanza fisiche e sociali e la caccia costante di stimoli invece di averli a portata di mano come a New York. Sì perché NY a differenza di LA è una città a prova di mezzi pubblici, con ridottissime distanze e nel giro di qualche fermata di metro le cose da fare ti piovono addosso.
Los Angeles è una città per ritirarsi
La sua definizione non mi lascia indifferente. È vero, siamo tutti diversi e ognuno trova i propri stimoli dove e come gli riesce meglio. A me basta alzarmi e vedere l’orizzonte, assaporare l’odore del mare con la brezza del mattino e godermi la natura che mi circonda. Sono una persona introversa e un lupo solitario, le situazioni troppo affollate tendono a risucchiarmi le energie e a un party decisamente preferisco una cena con pochi amici stretti.
Forse è anche per questo che non sento per il momento di dover buttarmi a capofitto nel trovare nuove amicizie. Non sento la mancanza di nulla e quando ne provo la necessità mi rifugio, grazie ad Internet, da chi ho lasciato dall’altra parte dell’oceano.
No. Non mi sento apatico. Non mi sento privo di stimoli. Anzi, tutt’altro. Probabilmente perché abituato a dover sportarmi dal mio piccolo paesino di provincia per 40 minuti per andare a Milano, il dover prendere l’auto per poter scoprire qualcosa di nuovo non mi costa fatica. Inoltre, sapendo che la mia vita ora è qui (per un certo periodo di tempo quantomeno) con Noemi stiamo programmando i nostri futuri weekend dedicandoli alla scoperta di quello che ci circonda in primis e allargando il raggio d’azione subito dopo.
E raccontare quello che ci succede tra l’altro è uno stimolo enorme per tornare a scrivere e condividerlo qui.
Ora, io non so come andrà la nostra avventura americana. Se dopo qualche mese ci stuferemo di tutto e vorremmo tornare sui nostri passi oppure decideremo di restare qui per sempre. Non è tutto rose e fiori, ci sono tante stonature che digeriamo a fatica, ma tutto sommato la curiosità e la voglia di scoprire cosa c’è dopo è ancora una carica decisiva.
Ma c’è una cosa importante, forse egoista, ma è necessario appuntarla. Io qui mi sento estremamente più calmo e tranquillo di quanto non fossi dove ho sempre vissuto. Non so formulare al momento correttamente la descrizione di queste sensazioni se non definendole per quelle che sono: serenità.