Gli Anelli del Potere
Benché abbia letto due volte il Signore degli Anelli e le sue appendici ricordavo ben poco delle vicende narrate ne Gli Anelli del Potere. La nuova serie Amazon si basa proprio su quest’ultime che non vengono raccontate in forma di romanzo, ma come appunti sulle ere precedenti narrate in quello che tutti abbiamo visto nei film di Peter Jackson.
La cifra stilistica de gli Anelli del Potere è potente e dritta al punto. Si basa su quanto contenuto nelle opere di Tolkien e non ci sono strani voli pindarici alla Game of Thrones. Il tutto incastonato in un universo che abbiamo imparato a conoscere ormai tanti anni fa e che ancora ricordiamo vividamente, fortunatamente ricalcato e ispirato senza scopiazzarlo in malo modo. Il mondo etereo degli elfi, la magnificenza delle montagne dei nani, i prati e i boschi de gli hobbit, l’aridità corrotta degli umani e il buio perenne degli orchi.
Ogni episodio sfiora la cifra record di quasi 60 milioni di dollari per una produzione completa della prima stagione di quasi un miliardo di dollari. Impressionante se si pensa che per i tre film del Signore degli Anelli sono costati ben meno della metà.
Per ora ho visto i primi tre episodi e al momento sembrerebbe che ci siano tutte le premesse per l’apertura di una nuova grande stagione per il fantasy in TV. Da una parte questo colosso che Amazon porterà avanti per almeno cinque stagioni, dall’altra le vicende narrate in Fuoco e Sangue nella nuova serie ambientata nel mondo di Game of Thrones, House of the Dragon (quest’ultima la guarderò soltanto dopo aver letto il libro dopo la cocente scottatura derivante dall’ultimo episodio del Trono di Spade).
Proprio come dice Luca:
Atmosfera giusta, musiche originali, costumi azzeccati, attori scelti con criterio e una sceneggiatura che per il momento sembra curarsi più dell’aspetto fantasy della storia che di qualunque altra esigenza.
Un paio di cose notate qua e là:
Gli elfi sembrano molto più umani. Soffrono e vengono uccisi con molta più facilità rispetto al Signore degli Anelli dove sembrano esseri sovrannaturali se messi vicino agli uomini, e soprattutto senza rughe.
L’OST di The Lord of the Rings mi manca tantissimo e la sua vivida iconicità è talmente tanto impressa nella mia mente che speravo sinceramente di ritrovarla in questo prequel temporale. Sobbalzo a ogni acuti di violìno sperando sia quello che pensò e invece no 🙁. E sebbene nella sigla iniziale de Gli Anelli del Potere venga scritto che le musiche di basano sul tema di Howard Shore, che ha composto il tema principale ma non le musiche della serie, purtroppo non riesco più a non associare alle vicende della terra di mezzo quel tipo di sound. Colpa mia.
La Galadriel giovane non ha lo spessore di Cate Blanchett mi spiace, stessa cosa dicasi per le protagoniste hobbit individuate. Sono poco caratterizzate rispetto a quanto troviamo nei libri e sembrano molto di più dei fauni o abitanti di un bosco fatato. Benissimo in nani e gli orchi, rimasti intatti nell’immaginario passato.
Ad ogni modo sembra proprio ci sarà da divertirsi, fino all’uccisione (apparente) di Sauron!