Di base una domanda inutile. I servizi Cloud sono spazio su disco di qualcun altro benché lontanissimo dai nostri occhi. L’unico motivo per cui sono portato a scegliere sempre la seconda opzione, e quindi appoggiarmi su servizi terzi che si occupano di storage online, è la presunta infallibilità.

Ovvero, si presume che, per il prezzo pagato, i dati conservati sull’hard disk di un’azienda che fa quello di mestiere non siano mai in pericolo e che se anche dovessero esserci dei malfunzionamenti, i nostri dati in qualche modo siano sempre recuperabili.

No, questa non è una storia triste su come io abbia perduto miseramente i miei dati per averli affidati ad aziende malefiche pronte a spillarmi i soldi in cambio dei miei preziosi file. Tutt’altro. Mi sono imbattuto, anzi, in questo studio fatto da BlackBlaze che dal 2013 analizza il mercato. Nel 2022 oltre 230.000 hard disk di 29 dimensioni avendone a disposizione 60 campioni per ciascun modello, mai utilizzati prima.

Ora non sono esperto in materia, ma oltre 1% di fallimento degli hard disk, soprattutto quelli con una data più avanzata d’età, a me preoccupa. Perché se decidi di salvare tutta la tua vita su un solo disco, e non tieni conto di queste cose, beh forse dovresti iniziare a preoccuparti e prendere delle precauzioni.

Poi, sarà che starò invecchiando e quindi ho un’apprensione sempre più crescente nel pensare di perdere i miei ricordi digitali, ma è da quasi un anno e mezzo che sincronizzo tutto su tre servizi differenti e dormo tranquillo.

Ah, non comprate Seagate a quanto pare…