Un paio di giorni fa è stato varato in pompa magna a Las Vegas il primo cantiere per la prima linea ferroviaria a lunga percorrenza ad alta velocità negli Stati Uniti.

Collegherà Los Angeles a Las Vegas in tempo per le Olimpiadi del 2028 e promette di dimezzare i tempi di percorrenza da una città all’altra.

Ho appreso la notizia dal TG locale, KCAL News, il quale nel realizzare il servizio ha intervistato anche alcuni cittadini angelini chiedendone il parere. Entrambi si sono detti scettici perché preferiscono la comodità dell’auto e dubitano sia maggiormente conveniente prendere il treno.

Ho iniziato a documentarmi per comprendere meglio questo tipo di risposte. Un treno ad alta velocità dovrebbe risolvere tre ordini di problemi: il tempo di percorrenza, il traffico e l’inquinamento.
Perché ostinarsi a voler andare in auto su un percorso che dalla costa, in orario normale e senza traffico, prevede una tragitto di 4 ore e 40 minuti?

In primis perché il treno ad alta velocità non partirà da Los Angeles bensì da una cittadina che dista a 1 ora e 30 di auto, Rancho Cucamonga. Questo perché al momento esiste già una linea ferroviaria che le collega e impiega 1 ora e 15 minuti. Quindi alle 2 ore e 20 promesse vanno aggiunte un’altra ora e 15 minuti arrivando così a più o meno 3 ore e 30 di viaggio complessivo.

Questa potrebbe essere già una prima risposta, anche perché da quanto capisco arrivare in auto o con qualsiasi altro mezzo alla stazione centrale di Los Angeles da qualsiasi punto della città è un’impresa nell’ora di punta.

La seconda risposta che mi sono dato è la passione per l’esperienza automobilistica che è insita nella cultura americana. All’americano piace stare seduto in auto, è un’estensione della sua casa se non del proprio corpo. In auto si fa tutto e di tutto e non mi ha stupito troppo questo tipo di commento su un’opera che dovrebbe essere una manna per un sistema di trasporto pubblico che chiamare deficitario è fargli un complimento.

Infine, leggendo un po’ di commenti alla notizia su Threads, in tanti hanno risposto che non vi sarà alcuna ragione per pagare un biglietto ferroviario sovraprezzato nel momento in cui posso andare a Las Vegas in 35 minuti con un aereo che costa non più di 80 dollari.

Il ragionamento non fa una piega, ma è profondamente chiuso in una mentalità che ragiona sulla comodità e non è lungimirante. E magari è fatto dalle stesse persone che in casa hanno una Tesla per non inquinare.

Non so se saremo ancora qui tra quattro anni per assistere al compimento dell’opera. Personalmente sono contento che qualcosa si muova in tal senso anche da questa parte del mondo dove la vastità delle distanze domina la narrazione di tante esperienze di business, culturali e sociali. Il fatto che si vogliano abbattere attraverso la tecnologia e un po’ di senso civico mi fanno ben sperare, anche se ci sarà tanto da lavorare su come si ragiona da queste parti.