Domani sarà il Columbus Day in America. Si celebra in modo non ufficiale dalla fine del ‘700 per diventarlo poi dall’inizio del ‘900. Ho detto America, perché non è una ricorrenza solo statunitense, ma che si diffonde anche e soprattutto nell’America Latina.La festa ricorre ogni secondo lunedì di Ottobre e domani cade proprio il 12, giorno in cui si dice Colombo mise piede per la prima volta nel Nuovo Continente.Diventata in alcuni luoghi, New York su tutti, la festa degli italiani, quest’anno non verrà celebrata in 22 stati degli Stati Uniti. Il Wall Street Journal ne enuncia le differenti motivazioni e prese di posizione. Colpa della crisi economica, altri invece preferiscono un giorno di vacanza in più vicino alle celebrazioni per il Natale piuttosto che un giorno buttato a caso in ottobre, la voce dei nativi americani che si fa sentire forte e chiara. Cosa si dovrebbe celebrare? Lo sterminio di una popolazione?Alcune città, infatti, celebreranno domani la giornata dei nativi/indigeni americani proponendo democraticamente che il Columbus Day venga rinominato “Italian Heritage day” e venga spostato in un differente giorno dell’anno. Non tanto perché ce l’abbiano con il povero Colombo, ma con lo sterminio derivato dall’arrivo degli europei nel 1492 nei confronti di chi già abitava quelle terre.Chi scenderà in piazza domani negli Stati Uniti immagino lo farà per rivendicare l’orgoglio di essere italiano, non ricordando quello che è conseguito alla scoperta del continente che li ha adottati.Mi sento vicino alle posizioni dei nativi, anche se sono convinto che rifocalizzando meglio lo scopo delle celebrazioni si possa tener viva la memoria di quello che di buono è accaduto dopo quell’avvenimento.(ps. Il WSJ nell’articolo intervista tale Joseph Contino delle città di Columbus, Ohio. Chissà se siamo parenti)