Le immutate community online
Nella mia tesi di laurea, ormai risalente al 2006, il mio focus principale furono le interazioni all’interno delle community online. In quegli anni principalmente alimentate dai forum e lontanissime da quelle social degli ultimi 20 anni scarsi.
Eppure, seppur differenti nella tecnologia adottata, seppur cambiate nelle dinamiche di fruizione (da asimmetriche a quasi istantanee, da lunghi pedanti anonimi testi, a video in cui si fa esposizione del sé), c’è una costante: alla lunga, tanti comportamenti tenderanno a degenerare affermando posizioni polarizzanti.
In questo post Chris Hannah lo riassume piuttosto bene:
For years I’ve had the same overarching thought in my head, that we humans simply cannot comprehend or deal with the scale that the internet has opened up to us. This both applies to things like the scope of news that is presented to us, and also when it comes to having human interactions with each other.
Purtroppo porta a sostegno il fatto che provare a spostarsi su community più piccole possa giovare, anche solo per il fatto di avere interessi comuni e stessi punti di vista, come in Mastodon ad esempio. Non è così. Mi sono appena cancellato da un’istanza proprio per questo motivo. Anzi, proprio perché piccola e super verticale, un’istanza può essere il ricettacolo di idee sempre uguali e dove il confronto si sposta su un piano di gusto personale piuttosto che vedute opposte.
La tecnologia fortunatamente ci mette a disposizione degli strumenti attraverso i quali cercare di filtrare questa umanità incontrollata, anche se a furia di selezionare si finirà inevitabilmente a parlarci allo specchio o più semplicemente rifuggire quei luoghi dove è necessario soddisfare un algoritmo e finire per scrivere in un luogo come questo blog.