Lucca Pioggia & Games

Settimana scorsa Lucca Comics & Games mi ha risucchiato nel suo vortice di pioggia, cibo e folla.

Andiamo con ordine.

Partiamo dalla logistica. Lucca è una città e distribuire padiglioni, attività e conferenze in giro per una città intera può essere dispendioso in termini di energie e mentalmente. Si può girare solo a piedi perché durante i giorni della fiera viene chiusa al traffico e, quando piove che dio la manda, diventa ancora tutto più complicato.

Per fortuna sono un gran camminatore e non ho avuto poi troppi problemi, ma in 7 giorni non so quanta quantità di acqua e fango ho affrontato.

Ora, io non ci tornavo da circa 10 anni a Lucca Comics & Games e questa volta ci sono stato da lavoratore e non spettatore. Ergo, ho visto poco o nulla anche perché della parte fumetti e anime nutro poco interesse. Sono passato da Nintendo e Bandai per la parte gaming, ma al di là di quello le mie più grandi consolazioni e ristori me le sono prese al momento di cibarmi. Qui Lucca, sì, ha regalato grandi emozioni e scoperte.

Non credo di aver mai visto così tante persone riunite in un solo luogo. Ed esserci per lavoro mi ha consentito di vedere la città vuota lunedì e impraticabile il sabato e la domenica.

Ho il rifiuto per i luoghi affollati, mi succhiano le energie dal corpo e mai e poi mai affronterei una coda di ore per entrare in uno stand. Non sono mai andato all’EXPO 2015 a Milano per dire. Da spettatore quindi non ci andrei mai a Lucca, da addetto ai lavori avevo un prezioso badge salta fila che mi ha fatto sentire sempre terribilmente in colpa incrociando gli sguardi carichi d’odio di chi stava attendendo il proprio turno, magari sotto l’acqua.

Mi porto a casa una passione contagiosa di chi era lì anche solo per poco tempo pur di incontrare uno dei propri idoli presentare al pubblico, acquistare un gadget o mostrarsi in pubblico facendo cosplaying.

Infaticabili, indistruttibili, inscalfibili. Esserci perché era il momento loro, perché erano i 30 anni di una fiera, forse la più importante d’Italia del settore, per celebrare l’identità di quelli che una volta stavano ai margini ma che pian piano fanno girare il mondo. I nerd e i geek.

24 of October, 2023

🎮 Sono in trasferta per lavoro a Salisburgo. Ho portato con me iPad e controller Ps5 nella speranza di avere una buona connessione per poter giocare un po’ da remoto a Spider-Man 2 e Alan Wake Remastered prima dell’uscita di Alan Wake 2 questa settimana.

Purtroppo non si va oltre i 6 Mbps quando è stabile. Addio sogni di gloria.

18 of October, 2023

Ieri sera davanti a una pinta di birra con Icilio discutevamo di Lies of P e di come potesse essere uno di quei souls che forse avrei potuto affrontare anche io. Mi ha destato un po’ dal torpore stordente di EA Sports FC 24 e dalla sua maledetta assuefazione e mi sono detto, cazzo, quanti giochi ho ancora in backlog.

FFXVI, Zelda, Cyberpunk 2077 da ricominciare post patch, Forza Motorsport, Cocoon, Sonic Superstars, Super Mario Bros. Wonder e potrei andare avanti molto a lungo con la lista…

Stasera ho acceso la mia Xbox ormai traboccante di titoli installati e mi sono detto proviamo Lies of P in cloud con la mia Gigabit. Beh, il risultato è quello sottostante.

Bello il futuro del gaming in cloud…

Una nuova vecchia PlayStation 5

Quelle presentati ieri sono due modelli di PlayStation 5 post cura Slim Fast (metto una reference per chi non sapesse). Sono totalmente inutili per chi già ne possiede una e prendono un po’ in giro chi ancora non ce l’ha.

Perché? Perché tecnologicamente offrono soltanto poco meno di 200GB di spazio in più, se si vuole personalizzare l’esterno ora bisogna comprare 4 pannelli invece di 2 e per l’edizione digital c’è la possibilità di aggiungere un lettore Blue-Ray esterno alla modica cifra di 119 euro. Ok sono più piccole del 30% e pesano di meno, ma non c’è nessuna giustificazione per portare indietro la mia edizione day one e sostituirla con questa.

Inoltre:

Con il nuovo modello PS5 sarà incluso uno stand orizzontale. Inoltre, un nuovo stand verticale compatibile con tutti i modelli PS5 sarà venduto separatamente al prezzo di 29.99€.

Mentre nell’edizione attuale è incluso nel prezzo…

Quindi per chi si aspettava un aggiornamento mid-gen c’è ancora da aspettare un pochettino, questi sono gli ultimi colpi di coda del CEO uscente Jim Ryan.

EA Sports FC 24

Dopo 30 anni ho ancora voglia di calcio virtuale. Anche se non si chiama più FIFA, EA Sports FC 24 è lo stesso di sempre. Una tradizione accogliente dentro la quale provare a staccare la spina per qualche ora e scaricare tutte le tensioni della giornata, salvo uscirne ancora più incazzati di prima. Chi ci gioca da tempo, lo sa bene.

Il gioco presenta tante piccole differenze rispetto ai precedenti. Innanzi tutto l’interfaccia dei menu cambiata e di più facile lettura, mentre in campo finalmente si vede qualcosa di realmente next-gen. Le animazioni sono precise e più naturali, la CPU (soprattutto nelle difficoltà più elevate) prova costantemente a far auto-lanciare i propri attaccanti verso la porta saltando completamente la difesa. Dopo 5 minuti capito l’inganno, trovata la soluzione. Al di là della fisica dei giocatori e della loro presenza in campo, ho trovato ancora fastidiosissimi script in fase di difesa e nello specifico nella fase di ripiegamento. Quando la squadra avversaria cerca di arrivare verso la porta alcuni difensori ancora incespicano, vengono trapassati come fantasmi o semplicemente si fanno da parte senza una precisa ragione. Sospetto vi sia ancora una forte presenza del fantomatico “Momentum” dove se la CPU ha deciso che deve segnare, non ci sono santi, il goal te lo becchi. Devo inoltre sistemare le impostazioni dei passaggi. Di solito tengo tutto in “semi”, ma ancora mi trovo a mandare la palla a chi proprio è fuori dall’azione e mi fa incazzare terribilmente.

Quest’anno ho deciso di acquistare la mia copia su PlayStation invece che su Xbox per due ragioni. Volevo giocare con un paio di amici da anni presenti su questa piattaforma e logicamente hanno deciso di non acquistarlo quest’anno…La seconda perché mi vorrei cimentare nei tornei proprietari PlayStation, vedremo quando apriranno al pubblico.
Tuttavia, mi sono pentito quasi subito di questa scelta. Il DualSense è davvero inadatto a un gioco come EA Sports FC. Forse perché arrivo da tanti anni di automatismi e memoria muscolare applicata su un altro device, ma ogni volta mi sembra il pad si stia per spaccare, si sentono rumori plasticosi e trovo davvero difficile eseguire anche le più semplici mosse. Tant’è ho ordinato un pad più consono. Vediamo se le cose miglioreranno.

Rispetto agli anni passati, dove mi concedevo il lusso di una stagione di carriera allenatore prima di affrontare FUT, quest’anno ho iniziato subito in parallelo sia l’una che l’altra. La carriera mi è parsa sostanzialmente immutata nel suo cuore, peccato. Nel nuovo FUT la vera novità è la presenza delle calciatrici oltre ai volti maschili. Mi sembra un’interessante introduzione che sicuramente darà più opzioni di schieramento e di mercato durante il corso della stagione.

È ancora presto per dare un giudizio complessivo, ma tenuto conto che eFootball ancora non posso considerarlo un vero competitor, e che non c’è altro su questo fronte, anche quest’anno EA Sports FC si appresterà a vendere valangate e far incazzare tanti giocatori mentre subiscono il 3-2 al 94esimo su FUT.

PlayStation Portal

Include le caratteristiche principali del controller wireless DualSense, tra cui grilletti adattivi e feedback aptico*. Il brillante schermo LCD da 8 pollici è in grado di offrire una risoluzione 1080p a 60 fps, per l’esperienza visiva ad alta definizione che ci si aspetta dai giochi di elevata qualità creati da sviluppatori di prim’ordine.

PlayStation Portal è il dispositivo perfetto per i gamer che potrebbero avere bisogno di condividere il TV in salotto o semplicemente di giocare ai giochi per PS5 in un’altra stanza. PlayStation Portal si connette in remoto alla PS5 tramite Wi-Fi**, così potrai passare rapidamente dalla PS5 a PlayStation Portal.

Finalmente si hanno maggiori informazioni su PlayStation Portal, il primo dispositivo di riproduzione remota per PlayStation 5. A livello hardware la notizia per me più interessante data durante la Summer Games Fest dello scorso giugno e spiegata meglio l’altro ieri da Sony a margine della gamescom.

PlayStation Portal remote player, il primo dispositivo di riproduzione remota dedicato di PlayStation

Il device si presenta come uno schermo incastonato tra due metà di un controller DualSense. A un prezzo di 219 euro, permette di giocare a qualsiasi gioco installato sulla propria PlayStation 5 (tranne quelli VR) attraverso la funzionalità di riproduzione remota. PlayStation Portal da quanto capisco funziona sia se utilizzato sulla WiFi della medesima rete locale, ma anche se ci dovesse trovare dall’altra parte del mondo con la propria PlayStation 5 adeguatamente connessa a casa propria.

La cosa più strana di tutte, visto che il device è capace di streammare, appunto, da remoto è l’assenza del supporto ai giochi riprodotti tramite lo streaming nel cloud di PlayStation Plus Premium.

Una mancanza piuttosto importante. Tant’è, questo tipo di utilizzo parla a videogiocatori come me. Nonostante l’esperienza da salotto rimanga quella più appagante, a volte mi trovo a giocare dal letto o dall’hotel in cui mi trovo con questo tipo di set-up ed avere un device nativo in grado di assolvere questo compito penso mi alleggerirebbe un pochettino il carico di trasporto.

Il prezzo sembra sufficientemente competitivo, mi domando quanto si diffonderà e quanti acquirenti lo confonderanno con una console portatile invece che un mero riproduttore di contenuti attraverso internet.

Ho provato PlayStation VR2

Domenica sera ho provato finalmente PlayStation VR2. Non ho avuto mai esperienze precedenti di realtà virtuale e la curiosità mi stava uccidendo. Ho chiesto a Marco se gentilmente mi potesse dare l’opportunità di farlo. Non perché meditassi l’acquisto, ma per genuina curiosità di testare una tecnologia che sta vedendo, forse realmente solo ora, il suo momento di crescita verso una sperata maturità.

Ho giocato per 2 ore scarse e qui ci sono le mie impressioni:

  • Ho iniziato con Pistol Whip. E penso non avrei potuto iniziare meglio la mia esperienza. È un rhythm shooter eccezionale che penso esprima al meglio cosa puoi fare con la VR con molta semplicità. Sparare, interagire con l’ambiente e avere un senso di spazio e immersione piuttosto totale
  • Ho proseguito poi con Rez Infinite. Qui il senso di immersione è, se possibile, anche maggiore. Il trailer in 2D non rende assolutamente giustizia a un ambiente 3D dove si fluttua nello spazio con le classiche dinamiche di Rez con l’aggiunta di poter mirare semplicemente con il movimento degli occhi. Qui forse ho avuto la prima percezione di instabilità fisica, nel senso girandomi talvolta di scatto mi pareva di cadere
  • What a bat? è tanto semplice quanto geniale nelle meccaniche. Qui però ho avuto la sensazione che quanto accadesse a schermo non corrispondesse appieno ai miei movimenti, sia in termini di traiettoria sia di forza. Un titolo ottimo per potersi rilassare e far muovere un po’ la mente
  • Siamo passati poi all’artiglieria pesante. Horizon Call of The Mountain VR. Rispetto a tutti gli altri ho avuto la percezione dell’ambiente e dello spazio fisico attorno a me molto bene. La parte di arco e di arrampicata mi ha preso subito e il mio corpo si è adattato bene a tutte le attività senza particolare fatica. Qui Marco mi aveva avvertito avrei potuto iniziare a sentire lo stomaco rivoltarsi. Ma stranamente fin qui tutto bene
  • Le cose sono iniziate a precipitare con Kayak VR: Mirage. Ho scelto la situazione forse peggiore. Mappa Norvegia in piena tempesta con acque agitate. Ho retto forse 10 secondi e dovuto fare un attimo di pausa. Incredibilmente non soffro e non ho mai sofferto di mal di mare. Ma mi sono bastati pochi momenti per dover spegnere subito il gioco
  • E arriviamo al capostipite della motion sickness in VR. Gran Turismo 7. Anche i più avvezzi alla tecnologia mi dicono avere qualche difficoltà nel rimanere sani. Anche io sono crollato dopo due giri, non so se dovuto alla respirazione o a una impostazione sbagliata sulla direzione verso la quale far puntare l’occhio, ma ho iniziato a sentire forte la sensazione di nausea. Ho completato però i due giri del tracciato arrivando 1° e, a differenza del gioco classico, ho sentito di avere una padronanza sulla pista pressoché totale proprio perché riproduce fedelmente la sensazione di essere all’interno di abitacolo, con suoni e distanze perfettamente bilanciate per farti credere di essere lì.

Dopo aver scoperto che esistono poche DEMO a disposizione e poca possibilità di ricevere un rimborso dopo qualche ora di gioco, mi sento di escludere in questo momento l’acquisto di un caschetto PlayStation VR2. In primis per il costo paritetico alla console, in questo momento ancora ingiustificato. In secondo luogo perché non posso sapere come il mio corpo reagirà ad altri giochi in futuro. So che si può allenare e limitare di molto la sensazione di malessere, ma contando la scomodità, il poco spazio che avrei in salotto…tutto propende per ancora svaccarmi sul divano e fare come ho sempre fatto.

Come sbloccare il controller di Google Stadia

Il 18 gennaio 2023 è stato l’ultimo giorno di onorato servizio per Google Stadia. Una chiusura con i fiocchi, da cui tante altre aziende intenzionate a dismettere un loro servizio dovrebbero prendere esempio. Tutti i giochi rimborsati, tutto l’hardware pure, un gioco creato apposta per l’occasione e la mossa finale anti-spreco: lo sblocco del controller per altri utilizzi.

Il pad di Stadia infatti funzionava con un sistema ibrido tra Wi-Fi e bluetooth e non era utilizzabile se non soltanto sulla piattaforma di Google. Con l’addio al servizio ci saremmo trovati con milioni di pad da gettare in discarica, mentre con questo tool in meno di tre minuti e con un browser basato su Chrome si possono sbloccare e utilizzare con questi dispositivi:

  • Windows 10 and 11 + Steam
  • MacOS® 13 + Steam
  • ChromeOS
  • Android

Ho provato subito con MacOS sul mio MacMini e ho giocato un po’ ad High on Life. Mi sembra la mappatura dei tasti segua pedissequamente quella di Xbox, tranne per il tastone home che riporta alla pagina “Giochi” del Mac così come il tasto cattura sembra non funzionare.

L’ho attaccato con il cavo all’Xbox e non dà segni di vita.

Mentre funziona bene con Steam Deck.

Diciamo che per durata di batteria, praticità e il fatto che odio gli sprechi, diventano un’ottima alternativa da portare nei miei viaggi per giocare in Cloud ai giochi Xbox su Mac e con Steam Deck nel suo utilizzo domestico via TV.

Esistono anche guide specifiche per sbloccare il controller e fare pairing con Xbox e PlayStation, ma vi basta googlare per trovarle.

God of War Ragnarök

Avete presente quando dopo qualche anno di attesa vi ri-immergete nella vostra serie TV preferita? Oppure, quando dopo tanto aspettare arriva il momento di poter leggere le prime pagine di una saga letteraria per la quale siete andati in fissa da tempo?

God Of War Ragnarök mi ha regalato le medesime sensazioni. Affidabilità, un ambiente familiare, un combat system (seppur leggermente migliorato) di facile apprendimento e padronanza, l’immersione totale in mondo lasciato sospeso per un periodo troppo lungo e nel quale ero desideroso di tornare.

Questo nuovo capitolo (e forse ultimo) della saga norrena, in cui Kratos invano cerca di starsene in pace, è in realtà un nuovo viaggio verso la maturità da padre, verso la comprensione di lasciar sbagliare il proprio figlio, Atrues/Loki, pur sapendo di averlo equipaggiato di tutti i consigli possibili per affrontare il suo percorso. È la consapevolezza di dover lasciare andare un ragazzo ormai diventato uomo al quale non ha più niente da insegnare, ma anzi da cui dovrà iniziare a imparare.

Il tema della paternità, il vero caposaldo di tutto il racconto, fa da sfondo alle solite epiche battaglie fra Dei sempre seminudi nonostante il freddo barbino delle terre nordiche. Ci sono due modi per affrontare il gioco. Abbracciare la sua nuova natura open world e quindi lasciar perdere la storia principale perdendosi tra i vari regni e farmando come un animale, oppure tenere la retta via e completare il gioco immediatamente, riservando la prima attività a tempi migliori. Io ho deciso di optare per questa seconda strada e ho terminato il gioco in poco meno di 35 ore. E forse ho sbagliato.

Sì, perché adesso che l’ho terminato non sento nessun bisogno di andare ad esplorare, non mi si rende necessario dover tornare ad Asgard per aprire porte magiche a conoscere i problemi di altri reami solo perché hanno bisogno della mia forza bruta. Lo lascio a chi ha voglia di platinare il gioco. Questo per dire che, nonostante sia imponente sotto ogni comparto, visivo, audio, e fotografico, God of Ragnarök lascerà traccia molto più per la sua storia, e la forza con cui inscena il complicato rapporto padre figlio, rispetto al gioco in sé.

Non dico mi abbia stufato, sarebbe troppo. Ma una volta completata la main quest, non ho trovato nuovi stimoli per affrontare altro. Forse perché le 100 ore e passa spese su Assassin’s Creed Valhalla mi hanno già saziato abbondantemente del boccone norreno.

Nonostante l’arrivo di una nuova arma, la lancia, il combat system non si discosta dal precedente capitolo, anzi, si aggiungono inutili e pomposi orpelli di potenziamenti della cui utilità difficilmente ci accorgeremo una volta sul campo di battaglia. Le sequenze dove quest’ultimo è protagonista risultano eccessive in termini numerici e alla lunga ripetitive, senza un’effettiva utilità ai fini della trama o sulla nostra meta finale.

La gestione della camera alle spalle di Kratos, poi, mi ha mandato più volte fuori di testa. Soprattutto se si decide di agganciare il nemico con R3. La camera ne punta uno e non lo molla. Se volete recuperare dell’energia o altri elementi utili al combattimento dovrete per forza sganciare il nemico, correre altrove e rotolare compulsivamente se no vi arriverà qualcuno alle spalle a darvi il colpo di grazia. Paradossalmente gestita molto meglio nei momenti in cui si controlla Atreus.

Mi sono piaciuti parecchio gli approfondimenti storici, gli intrecci creati ad hoc per posizionare Kratos e suo figlio nella mitologia scandinava e la ricchezza di elementi utili per poterla conoscerla meglio.

Non so dirvi se God Of War Ragnarök sia il gioco dell’anno passato. Sempre di più per me la trama e il racconto giocano un ruolo più che centrale nell’approcciare un titolo videoludico, benché badi spesso alle innovazioni apportate all’ecosistema (e solo per questo mi sentirei di premiare Vampire Survivors), mi sento di premiare maggiormente i primi. Perciò mantenendo i primi come parametri di giudizio essenziali direi assolutamente di sì, con anche lacrimuccia annessa nelle fasi finali del gioco.

Se invece devo soffermarmi a comprendere quale sarà il contributo di questo nuovo capitolo alla storia dei videogiochi, lì ho maggiori perplessità, e mi sento di dire che il suo predecessore abbia fatto molto di più.

Ma se è un’avventura single player da giocarvi con calma la sera, a più riprese, e avere la sensazione di immergervi in un romanzo quella che state cercando…beh, allora God Of War Ragnarök è il titolo che fa per voi.

★★★☆☆

The Game Awards 2022

Scrivo dopo pochissime ore di sonno, quest’anno lo show è terminato alle 5.00 ora italiana, ma particolarmente soddisfatto per quanto visto. Forse il miglior The Game Awards di sempre. Per ritmo, per annunci fatti, per il momento totalmente non-sense sul finale. Ma andiamo per gradi.

Già nel pre-show ci regala un po’ di chicche, come Dead Cells return to Castlevania o i nuovi personaggi di Street Fighter 6 con l’italianissima Marisa.

Tralasciando le decisioni sui premi conferiti, talvolta davvero inspiegabili, tipo i troppi dati a Stray o come l’aver totalmente ignorato SIFU tra i giochi da premiare, questa la mia personale lista di most wanted:

  • Atomic Heart. Sembra sufficientemente ignorante: La storia della realtà alternativa degli anni ‘50 trova origine nello sviluppo della robotica e delle tecnologie avanzate durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche il mondo del gaming abbraccia gli ideali per cui oggi combatte l’umanità. Una società felice, una scienza forte, città che offrono una buona qualità di vita con parchi verdi e piazze, automazione della vita quotidiana... e il desiderio di raggiungere le stelle. Potremo avere tutto questo in un futuro non lontano, ma forse dovremmo considerare anche il rovescio della medaglia. Magari è già successo? A cosa potrebbe portare?
  • Replaced. Finalmente! E sarà presente sul Game Pass. Sembra aver fatto ulteriori passi avanti e non vedo l’ora di giocarlo
  • Judas. Sviluppato da Ghost Story Games, lo studio di sviluppo fondato dal creatore di BioShock, Ken Levine, è uno sparatutto narrativo in prima persona single player. Una navicella spaziale in disfacimento. Un piano di fuga disperato. Tu sei il misterioso e inquieto Judas. La tua unica speranza di sopravvivenza è stringere o rompere un'alleanza con i tuoi peggiori nemici. Riuscirete a collaborare per riparare ciò che è stato rotto... o lascerete che tutto bruci?
  • Diablo IV. Tantissima curiosità. In arrivo il 6.6.2023
  • Banishers. Si va a caccia di fantasmi in questo nuovo action-RPG sviluppato da DON’T NOD
  • The Lords of the Fallen. Un altro action-RPG che mi ispira tantissimo!
  • Remnant 2. Totalmente inaspettato da Gearbox
  • Tekken 8. Che personalmente trovo con molta più personalità di Street Fighter 6 e la sua deriva cartoonesca

Ma la bomba assoluta per me resta DS2, il prequel/seguito (non si è ancora ben capito) di Death Stranding, che devo per forza a termine.

Ah, Microsoft grandissima assente dallo show, a parte gli spot continui su Xbox Game Pass e il servizio Cloud sulle TV Samsung, questa è stata la sola cosa che hanno avuto da dire.
Lo show dura più o meno 4 ore e puoi rivederlo qui. Tra le cose più pazze, assolutamente da non perdere, ciò che accade alla fine e il messaggio criptico di questo ragazzino, arrestato subito dopo come nei migliori happy ending di Maurizio Mosca.

A te cosa è piaciuto di più?