La pasta negli Stati Uniti
Noemi ha un’allergia da accumulo al nichel. Ciò significa che ogniqualvolta facciamo la spesa o andiamo al ristorante dobbiamo fare attenzione agli ingredienti dei prodotti che stiamo per acquistare o dei piatti che stiamo per ordinare.
Negli States abbiamo notato liste chilometriche di ingredienti sulle etichette dei prodotti, ma una su tutte ci colpisce ogni volta.
Quella della pasta.
Non che Valentina non ci avesse avvisati, ma le marche di pasta italiane più famose che si trovano sugli scaffali dei supermercati qui hanno il 90% delle volte un’etichetta del genere:
La Food & Drug Administration statunitense impone che le vitamine e i minerali persi nel processo di macinazione debbano essere aggiunti nuovamente alla pasta prima di essere messa in commercio. L'attuale arricchimento comprende: niacina (vitamina B3), ferro, tiamina mononitrato (vitamina B3), riboflavina (vitamina B2) e acido folico.
Io non sono esperto di chimica, nel questo blog vuole diventarlo. Ma vi lascio questo semplice link per approfondire il perché e il percome di come l’assunzione di queste vitamine e altre sostanze in maniera artificiale non sia la strada migliore per compensare le carenze nel nostro fisico.
Ciò che posso dirvi io è l’impatto sul gusto. La pasta sembra più appiccicosa e oleosa alla vista, nonché con un colore più vivido rispetto alla pasta che siamo abituati ad acquistare in Italia.
Per fortuna esiste anche qui. Bisogna aguzzare un po’ la vista e cercare tra gli scaffali la dicitura Organic.
C’è un’altra pratica, per fortuna sempre meno diffusa nella pasta, ma comunque stabilmente presente negli altri prodotti da forno, che è letteralmente il processo di sbiancamento della farina.
Infatti è molto diffuso trovare la dicitura “bleached flavor” o “bleached pasta” il che come si può immaginare non è il massimo per la salute. Procedura bandita in Europa, consiste nello specifico per la pasta nell’alterazione del colore e della consistenza, in genere per ottenere un aspetto più bianco e luminoso. Il processo di sbiancatura prevede l'utilizzo di agenti chimici o additivi per rimuovere impurità e pigmenti dalla pasta.
Durante la sbiancatura la pasta viene trattata con sostanze come biossido di cloro, perossido di benzoile o altri agenti ossidanti. Questi agenti aiutano a scomporre le proteine e i carboidrati presenti nella pasta, ottenendo una consistenza più raffinata e uniforme.
Insomma un trattamento che sulla carta può sembrare una meraviglia, in realtà vi state ingerendo un sacco di porcate chimiche.
Come dicevo, per fortuna questa pratica sembra essere sempre meno diffusa nella pasta perché durante gli ultimi giri al supermercato non ho praticamente trovato pasta bleached, al momento ci stiamo trovando bene con la linea 365 di Whole Foods che è buona e non ha praticamente nessuna degli ingredienti o non subisce nessuno dei processi elencati in questo post.
Ed è pure prodotta in Italia. Nel frattempo continua la ricerca anche per provare altri brand.