Dispacci americani #0

Torno a scrivere dopo qualche giorno. Abbiamo finalmente terminato di sistemare tutta casa e ora i giorni sanno più di routine. Che un po’ spaventa e un po’ rassicura. Spaventa perché ora non abbiamo altro a cui pensare se non al lavoro e a vivere, ma trovare una quotidianità dove non se ne ha mai avuta una è sempre un po’ così…come vivere sospesi. Rassicura perché non ce ne stiamo qui con le mani in mano in attesa che accada qualcosa.

Siamo anche un pelo più sereni perché Noemi ha trovato un’opportunità lavorativa dopo 1 mese di ricerca. Relativamente poco rispetto ai tempi italiani, considerando che a. siamo immigrati e b. non abbiamo storico in questo Paese.

Da qui inizieremo a programmare un po’ i nostri weekend alla scoperta della California. Anche se a metà Marzo starò via per quasi due settimane per lavoro. Quindi diciamo ufficialmente inizieremo tra un mesetto. Non vedo l’ora di tirare fuori la mia Sony Alpha e fare qualche scatto decente.

Ci stiamo impegnando un sacco per migliorare il nostro Inglese. Abbiamo visto un sacco di stand-up comedy su Netflix (Maniscalco, Rock, Chappelle) e ora ci stiamo buttati su Earthsounds su Apple TV+.

Penso di aver elogiato più volte qui la qualità degli show Apple TV+. Anche questo non è da meno. Una serie docu a episodi sui suoni più iconici della terra. La mia preferita è senz’altro la tecnologia applicata per catturare le vibrazioni riprodotte dagli insetti per comunicare tra loro grazie ai rami degli alberi e come si difendono grazie ad essi. Commovente.

Sto pedalando meno di quanto vorrei nel tragitto casa lavoro perché sono tre settimane che sta piovendo ad intermittenza e il sole fa capolino solo qualche volta. In più persone mi hanno detto che è piuttosto normale a febbraio e di aspettarci da Marzo in avanti un lungo periodo di siccità.

Ho avuto modo di provare e testare la mia prima, vera, tastiera meccanica con switch rossi. Quelli super silenziosi e l’adoro. È la Keychron Q6 Max. E in ufficio ho la variante più piccola Q3 Max

Momento difficoltà: l’assicurazione. Ci è scaduta quella acquistata insieme all’auto e nonostante ci fossimo mossi praticamente un paio di giorni dopo, a quasi un mese e mezzo di distanza non siamo ancora riusciti ad attivare quella nuova. Risultato? L’auto è ferma da un paio di giorni e ancora non sappiamo quando riusciremo ad averne una. Speriamo in una risoluzione in tempi brevi. Il fatto è che qui l’assicurazione che ci hanno consigliato tutti, GEICO, comunica soltanto a mezzo posta con dei tempi abbastanza biblici e noi, essendo considerati immigrati e neo patentati, dobbiamo soltanto pazientare e attendere.

Apple Vision Pro: la prova

Da quando ho pubblicato la mia prenotazione della demo presso l’Apple Store di Santa Monica mi hanno raggiunto sia Marco che Lorenzo per raccontare più o meno in esclusiva quelle che sono state le mie impressioni.

L’ho fatto in diretta video con Marco e potete rivedere il VOD qui:

Mentre se preferite la letturaq, ho scritto un sacco di parole per N3RDCORE e trovate qui la mia prova.

Enjoy!

Il mio primo mese da expat

Settimana scorsa ho avuto una discussione su X con un altro utente circa la definizione di ciclo. L’oggetto della discussione era di natura sportiva e pertanto il termine ciclo si legava a doppio filo ad un altro sostantivo: vittoria.

Un ciclo per definizione è auto conclusivo, è limitato nel tempo da determinate pre condizioni che arbitrariamente decidiamo di applicare per poterlo riconoscere.

Non so quindi se utilizzare il temine ciclo per stabilire quando è accaduto durante questi primi 30 giorni da expat sia appropriato o meno. Forse sarà il caso di riappropriarsene tra qualche mese, dopo che un pattern è stato effettivamente creato e avrò maggiori elementi per comprendere se anche in questo caso il sostantivo vittoria può effettivamente sposarsi bene.

Per ora posso solo elencare una serie di ingredienti che compongono una prima ricetta frullata ad alta intensità e dal sapore agrodolce. Parto col dire che tutto sta andando bene, ci troviamo bene e ci sembra ogni giorno di fare qualche passetto in più verso una nuova normalità dopo aver stravolto quella precedente.

E come in tutti i punti fermi che si rispettino c’è da tracciare una riga e fissare i pro e i contro, senza paura.

Pro

  • La burocrazia, nonostante l’apparente lentezza del personale dentro gli uffici pubblici e federali, ci è sembrata fin dal primo giorno spedita e funzionante. In 4 giorni abbiamo avuto il nostro Social Security Number, in 3 le nostre carte di credito, in meno di due settimane abbiamo sostenuto gli esami e ottenuto la nostra patente californiana. Senza rinvii, senza marche da bollo, senza essere trattati con sufficienza o da stranieri. Siamo entrati e usciti in due ore dal concessionario con una macchina…impensabile in Italia
  • Le persone hanno voglia di parlare. Probabilmente di te e della tua vita non gliene fregherà genuinamente nulla, ma hanno voglia sempre di scambiare 4 chiacchiere, in qualsiasi situazione ci si trovi. E questo mi ha fatto pensare tanto a Milano e quanto lì non ci parli quasi mai tra sconosciuti
  • In strada ho notato molta più serenità nel guidare, molto più rispetto dei pedoni e in generale meno furia nell’affrontare il traffico. Forse è perché siamo a Los Angeles, ma mi ha stupito positivamente
  • Il clima. E l’aria. Per me è una gioia sapere che il termometro difficilmente scenderà sotto i 13 gradi di giorni e che a volte abbiamo toccato punte di 27. Non so quanto anomale per il mese di gennaio qui, ma me lo sto godendo tutto questo inverno californiano. L’aria sempre pulita poi per me è un vero toccasana, senza contare di avere il mare vicinissimo
  • La luce al mattino qui è commovente. Quanto vorrei avere qui con me la mia fotocamera…

Da migliorare

  • Il bidet. Cazzo il bidet quanto mi manca. Non tanto per l’igiene in sé, che comunque un modo con la doccia lo si trova lo stesso una volta fatta tutta, ma proprio per la praticità. Questa cosa non la comprenderò mai
  • Il cibo. Ecco non è un vero e proprio contro. Insomma non possiamo dire di mangiare male, è che andiamo alla ricerca dei “nostri” alimenti e che a volte facciamo fatica a trovare o magari ci sono, ma sono troppo costosi (vedi alla voce prosciutto crudo). È forse un esercizio di elasticità mentale che dovremo fare nostro nel breve
  • Le nostre cose. Sono arrivate al porto di Los Angeles il 27 e stiamo ancora aspettando che ci vengano consegnate. Dopo 30 giorni con gli stessi vestiti e senza alcuni essenziali oggetti iniziamo a sentire un po’ di mancanza
  • Alcuni tasselli devono andare nel posto giusto. Noemi sta facendo tanti colloqui, cosa che in Italia in 3 settimane non ti chiama nessuno manco per sbaglio, ma ancora non si stanno concretizzando opportunità. È passato davvero poco, lo sappiamo, ma lasciare le cose in sospeso non ci piace molto.
    Sebbene il mio di lavoro, invece, vada bene, mi sento ancora un po’ spaesato e ancora sento di non aver dato il 100%. Un po’ perché comunque la lingua costituisce una barriera all’ingresso, minima, ma c’è. Un po’ perché devo imparare a confrontarmi con un mercato nuovo e diverso
  • Le amicizie. Per ora poca socialità, diciamo 1 a settimana con qualcuno che per fortuna conosciamo già. Arriveranno anche quelle

Non penso farò ogni mese un post. Cercherò di scrivere di novità significative man mano che arriveranno. Altrimenti, come già detto più volte, ci si legge su Threads.

Ho di nuovo una patente

Venerdì 29 settembre 2023 finalmente riesco a vendere la mia moto, una Honda X-ADV. Decisione sofferta, ma necessaria in vista della nostra partenza di fine anno.

Qualche giorno prima, nella casella della posta, un avviso della polizia locale del mio paese. La richiesta: presentarsi urgentemente al comando.

Il mattino del sabato 30 Settembre 2023 mi reco lì, convinto fosse qualche documentazione legata al nostro viaggio negli Stati Uniti. E invece…Mi intimano di lasciare la mia patente. Sospesa per 6 mesi un eccesso di velocità avvenuto a maggio 2022. Sì, un anno e mezzo prima.

Il misfatto

Ho giustamente preso una multa per eccesso di velocità su viale Forlanini a Milano nel maggio 2022. Ora, per chi non conoscesse viale Forlanini è, in larga parte, un lungo rettilineo che collega la città all’aeroporto di Linate. Una delle poche strade, forse l’unica in città, ad avere 3 corsie per direzione di traffico. Lì il limite è 50 km/h, per me incomprensibile, ma le regole sono regole e vanno rispettate. Cosa che io non ho fatto, andavo di fretta e avevo necessità di tornare a casa velocemente. Non notando i vigili appostati con la dovuta strumentazione pronti a catturarmi mentre sfrecciavo via lontano da loro.

Una volta arrivata a casa la multa non potevo credere alla cifra scritta lì sopra. Quasi 1000 euro di multa per aver superato di 60 km/h su quel tratto di strada vuota in un pomeriggio di primavera. Provo a fare ricorso per un vizio di forma, sul verbale appare 7 km/h come limite di velocità su quel tratto, mentre in realtà è 50 km/h.

Il ricorso non va a buon fine. Decido di pagare immediatamente la multa provando a lasciarmi alle spalle in fretta questa brutta storia. Doverosa precisazione, sul verbale c’è scritto chiaramente quale infrazione è stata commessa e quale articolo del codice della strada è stato violato, ma da nessuna parte vengono indicate le sanzioni accessorie oltre al pagamento della multa.

Questo dettaglio si rivelerà poi cruciale.

Flash forward al 30 settembre. Ufficio della polizia locale. Mi viene detto che l’infrazione di quel codice della strada, oltre al pagamento di un’ingente multa, prevede anche la sospensione della patente per 5 mesi se si superano i 50 km/h o 6 mesi se si va oltre i 60 km/h. Ma che la sospensione può partire in un tempo indeterminato successivo all’effettiva ricezione e pagamento della multa, a discrezione dell’ufficio che ha registrato l’infrazione.

Solo che io da maggio 2022 a settembre 2023 oltre ad aver guidato nelle mie zone, ho guidato per oltre un anno anche per andare in ferie, ho guidato in Nuova Zelanda, ho guidato per lavoro all’estero…Insomma, a bocce ferme, un grande non-sense. Ma così è, la patente era ancora in mio possesso e tecnicamente avrei potuto guidare ovunque anche se non capisco davvero il senso.

Addio patente, ci rivedremo a fine marzo. Anzi no. Ho dovuto compilare un’auto dichiarazione a mo’ di delega per i miei genitori, visto che sono impossibilitato ad andare lì a ritirarla fisicamente essendo dall’altra parte del mondo.

17.5

Insomma, dall’1 ottobre fino a ieri è stato come avere 17 anni e mezzo. Ancora troppo giovane per poter guidare e con la necessità di essere scorazzato da mia moglie quando strettamente necessario. Fortunatamente potevo fare il pendolare casa-lavoro senza troppi problemi avendo la metropolitana a 10 minuti di distanza e per tutto il resto mi arrangiavo come potevo, chiedendo un passaggio a volte ai miei, a volte ad amici o a Noemi.

Fino a ieri appunto. Anche se il processo per arrivarci non è stato semplice. Teoricamente il mio esame di guida sarebbe dovuto essere settimana scorsa oggi. Quando ancora avevamo con noi l’auto a noleggio presa appena arrivati qui. Tuttavia non ho potuto sostenere l’esame con quell’auto perché non figuravo tra i guidatori autorizzati. Ovvio, non avevo la mia patente italiana con me…

Ho dovuto aspettare ieri, dopo che Noemi ha passato l’esame prima di me e dopo che abbiamo acquistato la nostra prima auto in California.

E quindi come ho fatto?

A differenza di mia moglie mi sono dovuto dichiarare come sprovvisto di patente emessa precedentemente ed essere trattato alla stregua di un sedicenne in procinto di prendere la patente per la prima volta. Questo perché non avendo fisicamente con me la mia patente italiana, per gli Stati Uniti, quest’ultima non esiste ovviamente. E quindi mi sono dovuto presentare all’esame di guida con Noemi a farmi da garante.

La parte divertente è che ieri pomeriggio dopo aver passato il test non ho potuto ritirare immediatamente il foglio di validità temporanea che attesta il conseguimento della patente in attesa della tessera di plastica che arriverà tra 4 settimane. Come un tragico gioco del destino i computer della motorizzazione californiana non funzionavano.

Tutto risolto questa mattina e finalmente potrò tornare a guidare, lentamente, senza dover dipendere da qualcuno.

Lesson learned

Cosa mi porto a casa da questa esperienza?

  • Beh, in primis mai correre in auto o in moto. Oltre ad essere pericoloso per gli altri lo è anche per sé stessi. E superare i limiti di velocità non è mai la scelta giusta
  • La burocrazia italiana è sempre una scoperta. Mi domando come sia possibile informare circa la seconda parte di un’estinzione di un’infrazione lasciando “a piede libero” per oltre un anno chi potrebbe compiere nuovamente la medesima infrazione
  • Fortunatamente per me l’infrazione di questo particolare codice della strada non costituisce reato. E quindi a differenza di Antonio non ho dovuto affrontare processi penali. E menomale, perché sarebbe figurato nella mia fedina penale compromettendo forse il mio trasferimento negli Stati Uniti
  • Negli Stati Uniti ottenere una patente di guida è piuttosto semplice e rapido, ma soprattutto poco costoso. Rispettando le tempistiche, tra esame a computer ed esame di guida ci ho impiegato meno di due settimane e 43$ spesi. Non male e il libro su cui studiare è un PDF gratuito messo a disposizione dalla motorizzazione

Apple ID: Modificare il Paese o l'area geografica

Queste prime tre settimane sono passate molto velocemente seppur piene zeppe di appuntamenti. Ho condiviso tanto su Threads che, come spiegavo nei post precedenti, sarà la mia piattaforma per i contenuti snack (finalmente una community decente!) e un mega thread sui miei aggiornamenti Californiani…, mentre qui continuerò con i miei post più lunghi e che necessitano di maggior approfondimento.

Tornando alla California…La cosa che ci ha sorpreso maggiormente è la velocità della burocrazia. Mi scoccia sempre dover paragonare con l’Italia, ma la nostra reference è quella:

  • In meno di 4 giorni abbiamo ottenuto il nostro Social Security Number che è un po’ come il nostro codice fiscale. Siamo entrati in un ufficio federale senza appuntamento il 2 di gennaio e il 6 è arrivato nella nostra casella di posta
  • Idem per l’apertura del conto bancario e la ricezione del bancomat, tutto fatto in meno di due giorni
  • Per non parlare della patente. Abbiamo preso online un appuntamento pensavamo per consegnare i nostri documenti cartacei, invece il giorno dell’appuntamento ci hanno già fatto fare la visita oculistica, foto e il test scritto! (passato 🙌🏻)

Mi immagino quanto ci avrei messo a far tutto a Milano e quante marche da bollo avrei dovuto acquistare…Ma quando si parla di burocrazia spesso non è sempre rosa e fiori. Soprattutto quando si deve lottare con il temutissimo Region Lock.

Ho un iPhone 15 Pro Max e in queste prime settimane ho notato che tante delle app che mi servivano per la vita quotidiana, ma anche lavorativa, semplicemente non sono disponibili nell’App Store italiano costringendomi a utilizzare un altro account, statunitense, che avevo di backup.

Ovviamente ogni volta l’operazione di cambio account sull’App Store di iPhone risulta un po’ macchinosa perché c’è bisogno di sloggarsi e riloggarsi perdendo almeno qualche minuto per l’operazione. Ho pensato, visto che oramai vivo qui, di cambiare la location del mio account principale in modo da averlo sempre loggato e non dover, appunto, fare questo cambio ogni volta.

Tuttavia, l’operazione non è delle più semplici. Infatti per cambiare il Paese e l’area geografica associata al tuo account è necessario (da policy Apple) attendere che tutte le sottoscrizioni agli abbonamenti fatte siano scadute.Questo include ovviamente ogni abbonamento dei servizi Apple (TV, Music, Arcade), ma anche Apple Care+ associato al device, iCloud+, e tutte le app di terze parti che necessitano di un abbonamento.

Siccome necessitavo che questa cosa venisse fatta in tempi brevi, ho deciso di chiamare da qui il supporto e chiedergli quale fosse il metodo più veloce.
La risposta è stata, che sì loro potevano cancellare tutti gli abbonamenti di terze parti (senza rimborsi), ma quelli legati ai servizi Apple - come nel mio caso Apple TV+ - devono per forza di cose attendere la scadenza naturale. Per fortuna per me due notti fa.

Al risveglio ho impostato tutto e sembrava funzionare magicamente. Tuttavia io sono l’account principale di 4 del servizio iCloud Family che Apple mette a disposizione. Il secondo, quello di Noemi, che è qui con me negli Stati Uniti e altri due, dei miei genitori, in Italia.

Ho ricevuto una chiamata dai miei perché da ieri mattina, nonostante a me risultassero correttamente nel servizio “Family” non riuscivano più a scaricare gli aggiornamenti delle app sull’App Store.

Provando a capirci qualcosa sono andato a tentativi, nel farlo ho scoperto questo:

  • il solo modo per farli tornare a funzionare è stato andare nelle impostazioni generali del telefono e fargli settare nelle opzioni il fatto che si trovassero anche loro negli Stati Uniti.

Davvero strana come politica. Capisco che tante big tech lo stiano facendo, come ad esempio Netflix - dove nel tier più costoso si possono condividere più account - di settare un indirizzo unico fisico da dove guardare lo streaming in modo da non passarsi l’account tra amici lontani.

Ma qui si tratta veramente di “famiglia”, che per definizione ha delle sfaccettature troppo larghe per poter stabilire che si debba per forza condividere lo stesso tetto. Come nel mio caso dove altri membri sono lontani migliaia di km, ma restano sempre “famiglia”.
Ora, seppur sembra tutto risolto, alcuni servizi - come Apple News - i miei genitori li vedono in Inglese, costringendoli a scaricare Google News che permette una gestione sensata della geolocalizzazione.

Nell’assurdità di questi processi complicatissimi, vedremo se ci saranno altre defezioni.

Sfidarsi è la competizione più sana

La sfida è quell’elemento che dà sapore alla vita. Un fattore che, aggiunto alla routine della giornata ordinaria, la rende straordinaria. Puoi aggiungere un elemento di sfida a qualsiasi momento della tua giornata o quasi. Il segreto sta nel prendere qualcosa di abitudinario e consolidato per trasformarlo in qualcosa di diverso e sperimentale.

Non che abbia deciso di lasciare l’Italia per noia, ma sono fermamente convinto che la vita è breve e va vissuta e provare quante più esperienze possibile è la cosa che personalmente mi muove, mi stimola e mi fa trovare un senso alla vita. Queste parole di Luca cadono a fagiolo.

Per voi può essere altro. Per me è questo e forse rischiando tutto, perché io l’America già ce l’avevo a casa, con un posto di lavoro sicuro (sia io che Noemi), una casa di proprietà e dove non mi mancava davvero nulla.

Eppure, forse mi mancava questo.

Ventiventiquattro

Scrivere il wrap-up di quest’anno è stato diverso da tutti quelli precedenti. È strano perché ho iniziato a scriverlo in Italia qualche giorno prima di Natale, come sempre faccio, prima di partire, per poi terminarlo la mattina del 31 dicembre seduto nel nostro nuovo appartamento temporaneo a Santa Monica. Due Stati diversi, due fusi diversi, due climi diversi.

Il 2023 per me è stato un treno in corsa senza sosta. Arrivo a questo fine anno piuttosto rilassato, staccare qualche settimana prima di trasferirci è stata una saggia decisione, mi ha permesso di salutare tante persone e sistemare qualche faccenda in sospeso prima di lasciare l’Italia.

Il bilancio è assolutamente positivo, sotto ogni punto di vista. Forse un po’ meno sul fronte della salute dei miei cari, ma tutto sotto controllo. Questi primo giorno in California è stato dedicato all’ambientamento del quartiere, a una spesa enorme da Target e qualche attività di burocrazia fatta sull’iPad. Così come scrivere qualche cosa.. L’anno scorso mi ero ripromesso di farlo di più e così è stato. Ultimamente però, anche complice l’arrivo di Threads in Italia ho deciso di rivedere un po’ i miei piani di pubblicazione.

Dal 2024 demanderò al blog pensieri lunghi e più articolati, tutto il resto lo pubblicherò su Threads. Anche le foto. Ho cancellato l’abbonamento a Glass perché l’avrò aperto 3 volte in 6 mesi, mentre ho nettamente diminuito la presenza su tutti gli altri social.

Dieci anni di recap incredibile se ci penso, ma ecco qui le puntate precedenti: 2022, 2021, 2020,2019,2018,2017,2016, 2015,2014, 2013. Qui invece un riassunto dei post più importanti dell’anno:

  • Quello più importante di tutti 🇺🇸
  • All’inizio dell’anno, come ogni anno, c’è stato un nuovo revamp dei blog. Più di ogni altro anno rispetto agli ultimi dieci, in effetti, il 2023 è stato quello dove ne ho salvati di più nel mio feed RSS.
  • Anche il mio piccolo blog ne ha risentito con un +138% di visite rispetto all’anno scorso
  • Tra tutti ho conosciuto Manuel con cui mi scrivo ogni tanto e che mi ha intervistato per il suo, di blog.
  • Ho miseramente fallito l’esperimento di “Un album a settimana” su questo blog. Sono tornato a postare su X, ma l’anno prossimo lo farò su Threads.
  • La prima stagione di The Last Of Us è stata la serie dell’anno. E una delle più belle di sempre.
  • Ho provato PlayStation VR2. Non fa per me.
  • 40.
  • È arrivato Threads, il nuovo social network di Meta e fratellino di Instagram. Mi sta piacendo parecchio e ne ho scritto qui.
  • Oppenheimer, il film del 2023.
  • Ho provato ad aprire un canale su Whatsapp, ma è stato un fallimento.
  • Ho testato Luna, il servizio di cloud gaming di Amazon.
  • Ho partecipato alla newsletter di Alessandro Zampini, Barili Esplosivi.

Ultimi, ma non ultimi, i wrapped di Serie TV (sempre tutto su Trakt) e Film e quello musicale (da quest’anno ho iniziato ad utilizzare Stats.fm che lavora molto meglio di Last.fm per tracciare gli ascolti su Spotify, viaggio sempre con una media di oltre 11.000 canzoni ascoltate all’anno).

La Compagnie: Smart Business Class

Nel pianificare la nostra traversata transoceanica verso la nostra nuova vita negli Stati Uniti abbiamo fatto “comandare” la volontà di evitare al nostro cane Panna la stiva a tutti i costi.

Abbiamo cercato qualsiasi soluzione possibile con le compagnie di linea tradizionali. Per alcune Panna era semplicemente troppo pesante, per altre troppo grande di qualche centimetro, per altre sarebbe dovuta rimanere compressa nel suo trasportino per 9 ore di volo o più.

Tra le due soluzioni rimaste a giocarsela c’erano un volo privato da una città europea a NY, volo in cui altri padroni di cani avrebbero “affittato” il loro posto insieme al loro compagno peloso dividendo di fatto la spesa di un noleggio di un’aereo non di linea. Vi lascio immaginare il costo.

Poi grazie a Efrem ho scoperto La Compagnie. Una linea che opera soltanto con posti a sedere come se fossero business, quindi un’ottantina soltanto ad aereo, ma con tutti i comfort del caso. La cosa bella? Costa “soltanto” il doppio di un volo tradizionale e permette ai cani che possono stare in cabina nei viaggi intercontinentali di uscire dal loro trasportino una volta decollato l’aereo.

Ovviamente il vostro cane deve essere di taglia piccola e rispettare le misure qui riportate e per fortuna Panna è pienamente nei parametri.

Il cibo è decente e il servizio a bordo curato discretamente. C’è la classica bustina contenente spazzolino, dentifricio, creme varie e mascherina per la notte, ma soprattutto c’è un servizio Wi-Fi con una velocità più che decente e per tutta la durata del viaggio.

Come lo so? Ci ho scritto questo post e ho caricato su iCloud le foto scattate prima di partire e sull’aereo.

Abbiamo speso attorno ai 1.600€ a testa. Molto di più rispetto a dei normali biglietti in economy, ma molto meno rispetto a un vero volo in Business Class. In stiva non ce la saremmo mai sentita di confinarla mettendo in pericolo la sua vita ora che soffre anche di qualche acciacco al cuore.

Per questa prima tappa (ci aspetta un altro viaggio di 5 ore sulla low cost Spirit) mi sembra tutto senza errori.

Non puoi non essere su Threads

Il mio titolo volutamente provocatorio è un’espressione che un qualsiasi account di un’agenzia social avrebbe potuto pronunciare una decina di anni fa davanti al proprio cliente nel proporre una strategia di presenza social.

Fortunatamente oggi non deve essere per forza così. O almeno non ancora. Dopo un periodo di purgatorio, per permettere al nuovo social network di Meta - in cui è il testo a fare da padrone - di adempiere alle regolamentazioni EU in materia di gestione dei dati personali, Threads torna ad essere disponibile dal 14 dicembre.

In questi tre giorni ho sperimentato un po’, cercando di essere il più propositivo e contributivo possibile, promettendomi di utilizzarlo come unica applicazione social e vedere un po’ di trarre le somme anche rispetto a quanto scrivevo a luglio durante quel brevissimo periodo di tempo in cui ero riuscito ad utilizzarlo.

  • È arrivata un’interfaccia web disponibile su threads.net
  • Ora è possibile selezionare tra una visualizzazione proposta dall’algoritmo nei “Per Te” e una fatta solo di post in ordine cronologico delle persone che seguiamo nel tab “Segui già”
  • Sono stati introdotti una specie di hashtag. Nel senso che è sparito il classico # e la sola parola che si decide di utilizzare come hashtag diventa un link cliccabile che porta a una serie di post collegati. Il loro funzionamento è ancora arcaico e carente nel search
  • Il search appunto, permette ad ora soltanto di cercare profili e non argomenti o post collegati a un certo argomento o parola
  • Sono stati introdotti i vocali a trascrizione simultanea. Cosa vuol dire? Nell’interfaccia deputata alla creazione di un post c’è l’opzione di lasciare un vocale di 1 minuto. Threads procede se si vuole a una trascrizione automatica del testo contenuto nel vocale, così da evitare di ascoltarli per forza
  • È arrivato un primo esperimento di interoperabilità con il fediverso, che però pare non essere stata presa benissimo.

Prime impressioni

Dopo 72 ore di utilizzo sembra, soprattutto per i buontemponi come il sottoscritto, un luogo molto simile a quello che fu Twitter nel 2006. O un vago ricordo di FriendFeed. La maggior parte cerca di essere gentile e intessere conversazioni genuine e impegnate. Ma già nelle ultime ore sono arrivati i primi segni di cedimento…primi influencer che si portano dietro già migliaia di follower da instagram, spammer, idee politiche estreme e insomma un inizio di cloaca che ha rovinato forse per sempre Twitter/X.

Ho deciso di iniziare a bloccare e silenziare o non seguire chi non mi disturba o non mi interessa. Al momento sta funzionando e anzi l’algoritmo sembra imparare facilmente gusti e passioni, infatti vedo per il 90% delle volte contenuti relativi al gaming. Bene così.

La mia vera paura sarà quando approderanno in massa brand o creator desiderosi di monetizzare e vendere, sfruttando forse l’integrazione pubblicitaria che inevitabilmente arriverà prima o poi.

Al momento ho deciso di continuare l’esperimento. Abbandonare per ora tutti altri account social e concentrarmi su Threads per vedere l’effetto che fa, vedere come muta e comprenderne le dinamiche.

Qui c’è il mio account, se vuoi, parliamoci.

13 of December, 2023

Avevo già consigliato Barili Esplosivi qualche settimana fa. Se non riuscite a stare dietro alle news del mondo gaming tramite siti, podcast e avete davanti agli occhi sempre e soltanto la vostra email, vi suggerisco nuovamente di iscrivervi. Ma perché parlo ancora di Barili Esplosivi? Perché il suo autore, Alessandro Zampini, mi ha chiesto qualche suggerimento per un Natale video ludico, li trovate tutti nella sua rubrica “Procedi all’ordine”.

Piccolo teaser…comprate e giocate Alan Wake 2. È senza dubbio il mio gioco dell’anno. Terminato per il rotto della cuffia appena prima che i traslocatori portassero via tutto. A proposito…

Che effetto strano entrare e sentire l’eco tra le proprie pareti. 99 colli non sono pochi, c’è la nostra vita dentro e ci auguriamo di trovare tutto intatto all’arrivo. TV e console comprese. Ho dovuto vendere PlayStation 5 perché mi sono accorto poco prima di consegnarla che non supporta il voltaggio statunitense, per cui dovrò riacquistarla una volta arrivato. Per fortuna ho trovato un acquirente in tempo zero.