Sfidarsi è la competizione più sana

La sfida è quell’elemento che dà sapore alla vita. Un fattore che, aggiunto alla routine della giornata ordinaria, la rende straordinaria. Puoi aggiungere un elemento di sfida a qualsiasi momento della tua giornata o quasi. Il segreto sta nel prendere qualcosa di abitudinario e consolidato per trasformarlo in qualcosa di diverso e sperimentale.

Non che abbia deciso di lasciare l’Italia per noia, ma sono fermamente convinto che la vita è breve e va vissuta e provare quante più esperienze possibile è la cosa che personalmente mi muove, mi stimola e mi fa trovare un senso alla vita. Queste parole di Luca cadono a fagiolo.

Per voi può essere altro. Per me è questo e forse rischiando tutto, perché io l’America già ce l’avevo a casa, con un posto di lavoro sicuro (sia io che Noemi), una casa di proprietà e dove non mi mancava davvero nulla.

Eppure, forse mi mancava questo.

Ventiventiquattro

Scrivere il wrap-up di quest’anno è stato diverso da tutti quelli precedenti. È strano perché ho iniziato a scriverlo in Italia qualche giorno prima di Natale, come sempre faccio, prima di partire, per poi terminarlo la mattina del 31 dicembre seduto nel nostro nuovo appartamento temporaneo a Santa Monica. Due Stati diversi, due fusi diversi, due climi diversi.

Il 2023 per me è stato un treno in corsa senza sosta. Arrivo a questo fine anno piuttosto rilassato, staccare qualche settimana prima di trasferirci è stata una saggia decisione, mi ha permesso di salutare tante persone e sistemare qualche faccenda in sospeso prima di lasciare l’Italia.

Il bilancio è assolutamente positivo, sotto ogni punto di vista. Forse un po’ meno sul fronte della salute dei miei cari, ma tutto sotto controllo. Questi primo giorno in California è stato dedicato all’ambientamento del quartiere, a una spesa enorme da Target e qualche attività di burocrazia fatta sull’iPad. Così come scrivere qualche cosa.. L’anno scorso mi ero ripromesso di farlo di più e così è stato. Ultimamente però, anche complice l’arrivo di Threads in Italia ho deciso di rivedere un po’ i miei piani di pubblicazione.

Dal 2024 demanderò al blog pensieri lunghi e più articolati, tutto il resto lo pubblicherò su Threads. Anche le foto. Ho cancellato l’abbonamento a Glass perché l’avrò aperto 3 volte in 6 mesi, mentre ho nettamente diminuito la presenza su tutti gli altri social.

Dieci anni di recap incredibile se ci penso, ma ecco qui le puntate precedenti: 2022, 2021, 2020,2019,2018,2017,2016, 2015,2014, 2013. Qui invece un riassunto dei post più importanti dell’anno:

  • Quello più importante di tutti 🇺🇸
  • All’inizio dell’anno, come ogni anno, c’è stato un nuovo revamp dei blog. Più di ogni altro anno rispetto agli ultimi dieci, in effetti, il 2023 è stato quello dove ne ho salvati di più nel mio feed RSS.
  • Anche il mio piccolo blog ne ha risentito con un +138% di visite rispetto all’anno scorso
  • Tra tutti ho conosciuto Manuel con cui mi scrivo ogni tanto e che mi ha intervistato per il suo, di blog.
  • Ho miseramente fallito l’esperimento di “Un album a settimana” su questo blog. Sono tornato a postare su X, ma l’anno prossimo lo farò su Threads.
  • La prima stagione di The Last Of Us è stata la serie dell’anno. E una delle più belle di sempre.
  • Ho provato PlayStation VR2. Non fa per me.
  • 40.
  • È arrivato Threads, il nuovo social network di Meta e fratellino di Instagram. Mi sta piacendo parecchio e ne ho scritto qui.
  • Oppenheimer, il film del 2023.
  • Ho provato ad aprire un canale su Whatsapp, ma è stato un fallimento.
  • Ho testato Luna, il servizio di cloud gaming di Amazon.
  • Ho partecipato alla newsletter di Alessandro Zampini, Barili Esplosivi.

Ultimi, ma non ultimi, i wrapped di Serie TV (sempre tutto su Trakt) e Film e quello musicale (da quest’anno ho iniziato ad utilizzare Stats.fm che lavora molto meglio di Last.fm per tracciare gli ascolti su Spotify, viaggio sempre con una media di oltre 11.000 canzoni ascoltate all’anno).

La Compagnie: Smart Business Class

Nel pianificare la nostra traversata transoceanica verso la nostra nuova vita negli Stati Uniti abbiamo fatto “comandare” la volontà di evitare al nostro cane Panna la stiva a tutti i costi.

Abbiamo cercato qualsiasi soluzione possibile con le compagnie di linea tradizionali. Per alcune Panna era semplicemente troppo pesante, per altre troppo grande di qualche centimetro, per altre sarebbe dovuta rimanere compressa nel suo trasportino per 9 ore di volo o più.

Tra le due soluzioni rimaste a giocarsela c’erano un volo privato da una città europea a NY, volo in cui altri padroni di cani avrebbero “affittato” il loro posto insieme al loro compagno peloso dividendo di fatto la spesa di un noleggio di un’aereo non di linea. Vi lascio immaginare il costo.

Poi grazie a Efrem ho scoperto La Compagnie. Una linea che opera soltanto con posti a sedere come se fossero business, quindi un’ottantina soltanto ad aereo, ma con tutti i comfort del caso. La cosa bella? Costa “soltanto” il doppio di un volo tradizionale e permette ai cani che possono stare in cabina nei viaggi intercontinentali di uscire dal loro trasportino una volta decollato l’aereo.

Ovviamente il vostro cane deve essere di taglia piccola e rispettare le misure qui riportate e per fortuna Panna è pienamente nei parametri.

Il cibo è decente e il servizio a bordo curato discretamente. C’è la classica bustina contenente spazzolino, dentifricio, creme varie e mascherina per la notte, ma soprattutto c’è un servizio Wi-Fi con una velocità più che decente e per tutta la durata del viaggio.

Come lo so? Ci ho scritto questo post e ho caricato su iCloud le foto scattate prima di partire e sull’aereo.

Abbiamo speso attorno ai 1.600€ a testa. Molto di più rispetto a dei normali biglietti in economy, ma molto meno rispetto a un vero volo in Business Class. In stiva non ce la saremmo mai sentita di confinarla mettendo in pericolo la sua vita ora che soffre anche di qualche acciacco al cuore.

Per questa prima tappa (ci aspetta un altro viaggio di 5 ore sulla low cost Spirit) mi sembra tutto senza errori.

Non puoi non essere su Threads

Il mio titolo volutamente provocatorio è un’espressione che un qualsiasi account di un’agenzia social avrebbe potuto pronunciare una decina di anni fa davanti al proprio cliente nel proporre una strategia di presenza social.

Fortunatamente oggi non deve essere per forza così. O almeno non ancora. Dopo un periodo di purgatorio, per permettere al nuovo social network di Meta - in cui è il testo a fare da padrone - di adempiere alle regolamentazioni EU in materia di gestione dei dati personali, Threads torna ad essere disponibile dal 14 dicembre.

In questi tre giorni ho sperimentato un po’, cercando di essere il più propositivo e contributivo possibile, promettendomi di utilizzarlo come unica applicazione social e vedere un po’ di trarre le somme anche rispetto a quanto scrivevo a luglio durante quel brevissimo periodo di tempo in cui ero riuscito ad utilizzarlo.

  • È arrivata un’interfaccia web disponibile su threads.net
  • Ora è possibile selezionare tra una visualizzazione proposta dall’algoritmo nei “Per Te” e una fatta solo di post in ordine cronologico delle persone che seguiamo nel tab “Segui già”
  • Sono stati introdotti una specie di hashtag. Nel senso che è sparito il classico # e la sola parola che si decide di utilizzare come hashtag diventa un link cliccabile che porta a una serie di post collegati. Il loro funzionamento è ancora arcaico e carente nel search
  • Il search appunto, permette ad ora soltanto di cercare profili e non argomenti o post collegati a un certo argomento o parola
  • Sono stati introdotti i vocali a trascrizione simultanea. Cosa vuol dire? Nell’interfaccia deputata alla creazione di un post c’è l’opzione di lasciare un vocale di 1 minuto. Threads procede se si vuole a una trascrizione automatica del testo contenuto nel vocale, così da evitare di ascoltarli per forza
  • È arrivato un primo esperimento di interoperabilità con il fediverso, che però pare non essere stata presa benissimo.

Prime impressioni

Dopo 72 ore di utilizzo sembra, soprattutto per i buontemponi come il sottoscritto, un luogo molto simile a quello che fu Twitter nel 2006. O un vago ricordo di FriendFeed. La maggior parte cerca di essere gentile e intessere conversazioni genuine e impegnate. Ma già nelle ultime ore sono arrivati i primi segni di cedimento…primi influencer che si portano dietro già migliaia di follower da instagram, spammer, idee politiche estreme e insomma un inizio di cloaca che ha rovinato forse per sempre Twitter/X.

Ho deciso di iniziare a bloccare e silenziare o non seguire chi non mi disturba o non mi interessa. Al momento sta funzionando e anzi l’algoritmo sembra imparare facilmente gusti e passioni, infatti vedo per il 90% delle volte contenuti relativi al gaming. Bene così.

La mia vera paura sarà quando approderanno in massa brand o creator desiderosi di monetizzare e vendere, sfruttando forse l’integrazione pubblicitaria che inevitabilmente arriverà prima o poi.

Al momento ho deciso di continuare l’esperimento. Abbandonare per ora tutti altri account social e concentrarmi su Threads per vedere l’effetto che fa, vedere come muta e comprenderne le dinamiche.

Qui c’è il mio account, se vuoi, parliamoci.

13 of December, 2023

Avevo già consigliato Barili Esplosivi qualche settimana fa. Se non riuscite a stare dietro alle news del mondo gaming tramite siti, podcast e avete davanti agli occhi sempre e soltanto la vostra email, vi suggerisco nuovamente di iscrivervi. Ma perché parlo ancora di Barili Esplosivi? Perché il suo autore, Alessandro Zampini, mi ha chiesto qualche suggerimento per un Natale video ludico, li trovate tutti nella sua rubrica “Procedi all’ordine”.

Piccolo teaser…comprate e giocate Alan Wake 2. È senza dubbio il mio gioco dell’anno. Terminato per il rotto della cuffia appena prima che i traslocatori portassero via tutto. A proposito…

Che effetto strano entrare e sentire l’eco tra le proprie pareti. 99 colli non sono pochi, c’è la nostra vita dentro e ci auguriamo di trovare tutto intatto all’arrivo. TV e console comprese. Ho dovuto vendere PlayStation 5 perché mi sono accorto poco prima di consegnarla che non supporta il voltaggio statunitense, per cui dovrò riacquistarla una volta arrivato. Per fortuna ho trovato un acquirente in tempo zero.

Sistemazioni

Questi ultimi giorni sono stati un po’ intensi. Il 6 è stato il mio ultimo giorno in Red Bull Italia in attesa di iniziare l’8 gennaio a Santa Monica. Nel frattempo ho cercato di circondarmi di persone a cui voglio bene, ma soprattutto sono arrivati i nostri visti sani e salvi. Mi sono tolto un po’ di ansia devo dire.

Come ho scritto al mio team, non riesco ancora a decifrare bene come mi sto sentendo, vivo un po’ alla giornata e forse non ho ancora realizzato cosa sta per succedere. Forse inizierò a capirci qualcosa da martedì prossimo quando avremo qui una squadra di traslocatori per portarci via tutto…

Nel frattempo qualche cosa è successa tra le cose che mi piacciono.

🎮 Ieri ho passato la nottata con gli amici di RoundTwo a vedere le premiazioni dei The Game Awards. Qui la mia top 5 delle cose annunciate e che non vedo l’ora di giocare:

  1. SEGA e i suoi annunci pazzi
  2. No Rest For The Wicked
  3. Last Sentinel
  4. OD. Il progetto pazzo di Kojima insieme a Xbox
  5. Senua's Saga: Hellblade II

Quali sono stati i vostri annunci preferiti?

✏️ È sempre bello vedere nuove wave di blogger, alcuni nuovi, altri sono dei ritorni. Manuel, che da quando l’ho conosciuto porta avanti con insistenza (condivido!) la doverosa necessità di avere un proprio sito internet, specifica in questo suo post di come il proprio spazio personale online possa essere il riflesso di una o più versioni di noi stessi.

A personal site is—or at least it should be—a reflection of whoever you want to be. It could be the complete you, one of the many versions of you, or even an aspirational you. Just be comfortable in your digital home. It’s all that matters.

Sono abbastanza d’accordo. Il tema dell’anonimato online mi affascina ancora adesso e centra molto con quale versione di noi vogliamo si veda all’esterno. La nostra maschera da donare al mondo.
La scelta della piattaforma può influire molto o poco, dipende da quanto si vogliono seguire le regole imposte dalla moda e da un algoritmo. È indubbio che se si sceglie un luogo avulso da tutte queste logiche, tendenzialmente si dovrebbe essere più autentici.
Ma qualsiasi sia la versione di te stesso online, andrà bene comunque fintanto che ti fa sentire bene e non danneggia gli altri.

febbre

🤒 Lunedì scorso i primi sintomi, verso sera. Poi, una volta a letto il mio corpo mi ha abbandonato. Le prime linee di febbre. Durante la notte sentivo freddo, il battito accelerato, un gran cerchio alla testa. Verso le 5.00 apro gli occhi e a tentoni trovo il termometro…38.6. Ahia. Meglio spegnersi e ripensarci tra qualche ora a questo bel regalo di qualcuno della Games Week.

Martedì non riuscivo a stare in piedi. Tosse secca e dolore ai polmoni. Ho sospettato fosse Covid e invece no. Mi sono iniziato a riprendere mercoledì sera. Appena in tempo per giovedì mattina, il giorno clou, il giorno del nostro appuntamento al consolato degli Stati Uniti a Milano.

In un’ora e mezza abbiamo completato l’iter necessario e meno di 48 ore dopo ci è già arrivata l’email per andare a ritirarli.

26 of November, 2023

C’è che ad essere introversi a volte è una vera scocciatura. Se hai letto Quiet (se ancora non l’hai fatto consiglio caldamente per comprendere meglio le persone, anche come me) sai che gli introversi nelle situazioni di folla prolungata tendono a scaricare le batterie molto rapidamente. Tipo uno smartphone surriscaldato. E oggi verso l’ora di pranzo ho iniziato a sentire la fatica del terzo giorno di Milan Games Week risucchiarmi verso un baratro.

Per fortuna avevo previsto di concludere a tempo debito con le faccende lavorative e dopo pranzo ho ripreso la metropolitana verso casa.
Mi spiace non aver salutato tutti, mi spiace non aver incontrato Del Piero, ma ho dovuto fare un quick save e andare.

La fiera è rimasta come due giorni fa, ma contento che ancora esista e resista.

Però ho incontrato un cane del futuro…

25 of November, 2023

E anche oggi è andata…

Milan Games Week 23

Saranno altri due giorni intensi. Oggi intanto è abbastanza volato. Ho girato qualche stand e generalmente la sensazione è stata che il gaming lo stanno portando brand non endemici e che di endemico c’è rimasto solo Nintendo, Plaion e pochissimi altri. Per il resto stand di vendita gadget, team esport e aree creator (nel 2019 c’erano già i primi sentori eh).

La dice lunga sulla trasformazione profonda delle fiere. Ricordo quanto fosse attesa Milan Games Week per provare anteprime a porte chiuse, code chilometriche per gli stand PlayStation e Microsoft. La mia è nostalgia. Fotografo i tempi che cambiano e provo ad adattarmi ad essi. Anche se di gaming puro è rimasto ben poco.

Almeno ho beccato un Risiko su scala “umana”…

E mi sono ricordato che con i Lego si può fare davvero di tutto.