The unperfect Blogger

Which I am.

For those who might have noticed, which I imagine are few, and those who have still decided to read me, I have started posting in English lately.

I've done this for a very simple reason. By now, all the blogs and bloggers I read and want to engage with are written in English. Even, and especially, by Italians.

I want to try to keep up with the trend and see if I can expand my network of connections. No, I'm not interested in views, especially since Manuel and I have disabled any tracking systems in here.

I genuinely want to connect with other bloggers. With those, in essence, who continue to keep their distance from social media to engage in constructive conversation, because they've understood too well that, in those spaces, it has become impossible.

Therefore, inspired by this post from Lou, I too found myself envying those who decided to change their native language and started adopting English (Especially after Steve pointed out to me that my entry for IndieWeb this month should have been in English instead of Italian):

Every once in a while I discover a real gem where someone's efforts are all at once entertaining, thought provoking, inspiring and original. I'll often be stricken with a pang of jealousy. "I want to write like that", I'll tell myself, knowing that I won't.

This also translates to the fact that I’ve been living in the United States for 9 months now, and English has become the main language to use daily.

So, no more hesitation, if I make mistakes, you know why. I'm just an Italian looking for stories to relate to and to broaden his knowledge of the world!

The perfect blogger can take a mundane event and make it interesting. I'd read about their trip to the supermarket in a minute because they make things relatable. They find our common humanity in the everyday events we all experience

Fediverse appeal

I've never really understood Mastodon or the Fediverse in general. Or rather, I've never seen its true utility except for creating even more suffocating and polarized echo chambers. Nothing that we hadn't already seen during the era of forums a few decades ago.

I echo Simone's words here, with which I very much agree. And it's for this reason that blogs still make sense today. Not so much because it's necessary to develop a community around them, but because they are much more effective in stimulating a calm conversation, free from FOMO (Fear Of Missing Out), and above all, they force the writer to exercise a certain logic of thought that would otherwise be swept away by the totally instinctive reactions typical of keyboard warriors, as we say in Italy.

the Fediverse idea, albeit interesting on paper, is gloriously showing its main flaw: pretty much all their incarnations are mimicking social media, with all the consequent detrimental effects. Doom scrolling, an infinite series of short burst of personal opinions, usually disconnected from one another. Whether siloed or decentralised, the resulting unsearchable ephemerality is not really different from other mainstream corporate incarnations. Alex wrote much deeper considerations about this very topic, in their post ~The Fediverse and attention economy~.

Update Abbonamenti 2024

A fine marzo ho postato i costi legati ai miei abbonamenti digitali, ma siccome alcune cose sono cambiate e con altissima probabilità rimarranno così fino a fine anno se non oltre, un aggiornamento era doveroso. Ed esultare soprattutto per il bel risparmio ottenuto.

Alla fine del post spiego come fare 😉

  • Netflix - Ho spostato il mio account e tutto il suo storico sotto un account straniero. Pagamento annuale $37.22. Risparmio attuale sull’anno: €181.91
  • Xbox Game Pass. Visto i recenti annunci di aumento prezzo e ancora la totale assenza di un abbonamento family da condividere con amici, ho deciso di acquistare una card ed estendere il mio abbonamento fino al 2027
  • PlayStation Plus Premium. Invariato. Come scritto nel post originario, non c’è molto che possa fare per cambiare Stato associato al mio account. Sempre: €152/anno
  • Nintendo Switch Online. Dismesso. Risparmio €19.99 anno
  • YouTube. Nonostante sia sempre convinto che resti il miglior valore aggiunto per un abbonamento digitale, confermo di non volerlo rinnovare per il 2025. Risparmio sull’anno al cambio: €127.81
  • Apple TV+: Confermata. Essendo io gestore Family non posso far parte di nessun altro abbonamento al di fuori del mio. Quindi si continua con i $9.99 al mese
  • Prime Video: Confermato $139.99 anno
  • Paramount+: Nuova aggiunta, doverosa per vedere la Serie A negli Stati Uniti. $42.00 all’anno. Sì, all’anno e non al mese come DAZN
  • Disney+: $42 all’anno. Faccio parte di un account family. Costo irrisorio. Fatto per la nuova stagione di Bear e terminare The Walking Dead
  • Bear App: Come scritto qui, anche se mi scoccia pagare un abbonamento annuale, mi piace e voglio mantenere attivo l’abbonamento. Al cambio sono €27.38/anno
  • Telegram Premium: Niente di aggiuntivo rispetto a quanto mi serva. Lo dismetterò sicuramente. Risparmio €23.99/anno
  • Glass: Nonostante adori l’app, l’aumento di prezzo e il fatto che sia decisamente poco popolata mi hanno fatto propendere per la dismissione e pubblicare piuttosto qui sul blog tutte le mie foto. Risparmio €37/anno
  • Domini e blog: €45/anno
  • iCloud+: Irrinunciabile. €109.44/anno
  • Spotify Family: Mio padre ha deciso di non utilizzare più il servizio. E sebbene qui negli Stati Uniti il prezzo sia aumentato a $19.99 al mese, il mio costo annuale è di $39.98. 3 euro al mese!
  • Uber One: $96/anno
  • NextDNS: $19.99/anno

A conti fatti il risparmio si aggira attorno ai 325 euro. Tantissimo a pensarci a posteriori e nonostante abbia aggiunto due abbonamenti in più. Tanto, per me, ha fatto l'aver scoperto questa pagina di Reddit, dove c’è da stare attenti perché la fregatura è dietro l’angolo, ma se si presta un minimo di attenzione si può accedere a prezzi decisamente più agevoli facendo parte di un account Family con un risparmio, come visto, notevole e soprattutto legale!

Come siete messi voi ad abbonamenti? A quali non rinuncereste mai?
Fatemelo sapere via ~email~ e già che ci siete se avete voglia di sostenere il blog potete farlo ~qui~.

Semplificare

Nell’ultimo mese, complice l’aumento di prezzo mensile per l’abbonamento Family negli Stati Uniti (in realtà si può tornare al prezzo precedente rinunciando all’add-on degli audiolibri per il gestore dell’abbonamento), su Threads e Reddit leggo di tanti che spinti da una fake news hanno deciso di abbandonare Spotify e passare ad Apple Music.

Oltre il prezzo, a quanto pare, nel giocare un fattore determinante c’è la pulizia di UI rispetto a Spotify e che quindi su Apple Music si trovino soltanto brani musicali e non podcast o audiolibri (o come nel caso U.K., anche video corsi)

Ma quello che per molti può essere un vantaggio di lettura ed esperienza nel approcciare l’applicazione, per me è un punto di forza. Oltre ad aver fatto un’enorme pulizia nel feed RSS ho proceduto nell’ultimo mese a cancellare decine di applicazioni inutili sul mio telefono, buone solo a prendere polvere e occupare memoria.

E in questo processo di semplificazione mi sono reso conto di quanto per me sia importante non disperdere energie e attenzione in mille rivoli differenti. Per questo Spotify resta per me l’opzione migliore per le mie esigenze. Un app con dentro tutto. Fine.

Da qualche giorno sto provando ad adottare lo stesso criterio anche per altre applicazioni. Ho deciso di ri-testare Bear App e unire così Apple Notes e iA Writer. Entrambe molto preziose, la prima la utilizzo pesantemente al lavoro, la seconda è l’app dove scrivo tutti i miei post del blog.

Apple Notes però non consente nessuna personalizzazione, non consente di default di ingrandire il font - e spesso su uno schermo da 32 pollici risulta difficile - e nemmeno di modificarlo. iA Writer l’ho considerata come alternativa valida, ma il sistema di salvataggio delle Note non mi ha mai appassionato.

Bear sembra il giusto compromesso al momento. Personalizzazione, esportazione del testo in Markdown, Note per lavoro e vita personale, post per il blog. Unica pecca è che per attivare la sincronizzazione iCloud bisogna pagare un abbonamento mensile. Resto sempre a favore del pagamento lifetime, ma così è.

Mi sono dato qualche settimana, se c’è altro, fatemelo sapere via email!

Rituali

This post has been updated and now has both an English and an Italian version of it!

Incredibly, it's already August today. I don't understand how 8 months have flown by since we left Italy.

I'm equally astonished by the fact that we haven't sweated a single day yet. When I hear from relatives and friends in Italy, they all tell me they're dying from the heat, but here we're really in a climatic paradise, where we almost never go above 24 degrees Celsius. In fact, both in the morning and after dusk, a sweatshirt is a must for outdoor excursions.

A new month also means a new episode of the IndieWeb Carnival. August is hosted by Steve, and the theme is about Rituals.

I don't have any particular rituals. I have two that I consider constants in this phase of my life.
The first is the morning coffee once I get to the office. I always try to arrive before the hustle begins to give myself some solitary moments, dedicating time to reading my RSS feed while sipping an espresso. Or rather, an Americano here in the States.

The second is a ritual I started with Noemi. For every city we visit around the world, we book a couple's massage. We've done this practically everywhere for the past 7 years, and we consider it one of the things we most enjoy doing together when we're on vacation.

I used to have another one in the past. Every year when the new FIFA game came out, I would always take a day off to buy the game and spend the rest of the day playing it. But I've abandoned that over time, partly because as the years went by, the game consistently got worse and was never too different from the previous year.

A ritual doesn't necessarily mean becoming a slave to a habit; on the contrary, for me, it aligns with loving oneself and listening to one's body and mind.

We should all have more rituals in our lives.

What's yours?


Incredibilmente oggi è già agosto. Non capisco come sia possibile che siano volati così velocemente 8 mesi da quando abbiamo lasciato l’Italia.

Resto altrettanto stupefatto dal fatto che non abbiamo ancora sudato un giorno. Quando sento parenti e amici in Italia mi dicono tutti che si sta morendo dal caldo, qui invece stiamo davvero in un paradiso climatico, dove non superiamo quasi mai i 24 gradi C°. Anzi, sia al mattino che dopo l’imbrunire una felpa è d’obbligo per escursioni in esterna.

Nuovo mese equivale anche a una nuova puntata dell’IndieWeb Carnival. Il mese di agosto è ospitato da Steve e ha come tema i rituali.

Non ho dei rituali particolari. Ne ho due che reputo costanti in questa fase della vita.
Il primo è il caffè del mattino una volta arrivato in ufficio. Cerco sempre di arrivare prima dell’inizio delle danze e concedermi qualche momento in solitaria, dedicandomi alla lettura del feed RSS mentre sorseggio un espresso. O espresso abbondante qui negli States.

Il secondo è un rituale che ho iniziato con Noemi. Per ogni città visitata nel mondo, prenotiamo un massaggio di coppia. L’abbiamo fatto praticamente ovunque da 7 anni a questa parte e reputiamo sia una delle cose che più ci piace fare insieme quando siamo in vacanza.

Ne avevo un altro in passato. Ogni anno all’uscita del nuovo Fifa, prendevo sempre un giorno di ferie per andare a comprare il gioco e spendere il resto della giornata a giocarci. Ma l’ho abbandonato nel tempo anche perché con l’andare degli anni il gioco è peggiorato costantemente e mai troppo dissimile dall’anno precedente.

Un rituale non equivale necessariamente a diventare schiavo di un abitudine, anzi, per me combacia con il volersi bene e ascoltare il proprio corpo e mente.

Dovremmo avere tutti più rituali nella nostra vita.

Qual è il tuo?

Dispacci Americani #4

Provare a capire gli Stati Uniti da una piccola cittadina come Marina del Rey sarebbe come provare a capire l’Italia da una cabina telefonica.
Le distanze, le differenze, i sottili sub-strati culturali e sociali sono incomprensibili e difficili da padroneggiare se non si decide di viaggiare e scoprire.
Spero di farlo al più presto e non solo per questioni legate al lavoro.
Voglio conoscere meglio ciò che mi circonda, a partire dalla California che in un’area grande come l’Italia racchiude al suo interno mare, montagna, collina, pianura e deserto.

Ma a volte è difficile avere la mente sgombra dall’idea di futuro quando ancora qualche tassello deve andare a posto, è difficile programmarlo quando ancora ci stiamo facendo tante domande.
Nonostante questo resto positivo. Qui ho la sensazione di vivere in una bolla diversa da quella milanese, dove i ritmi erano abbastanza frenetici e scanditi dai tanti appuntamenti sociali e di lavoro.
Ci sentiamo ancora in vacanza, come se ci aspettassimo che tra poco tutto questo possa finire. Ci godiamo la calma, la pace, i ritmi estremamente più lenti e il mare.

Già. Il mare. Non viverci per 40 anni e tutto d’un tratto avercelo a 10 minuti di cammino fa un certo effetto. Vi consiglio l’ultimo numero de Il Pensiero Lungo la newsletter di Martino, dedicata proprio al mare:

Un viaggio cosmico che si ripete circolarmente e che riporta all’inizio. Mutati dall’anno trascorso, ma verso e attraverso il punto da cui tutto è iniziato. Ritornarci misura sia l'avanzare del tempo contingente ma anche l’immutabilità di quello cosmico: siamo troppo minuscoli perché il nostro tempo conti qualcosa, non siamo nemmeno un battito di ciglia dell’universo.

Il mare azzera il tempo: è sempre così e sempre così sarà. Del resto è un infinito e quindi non ha né presente né futuro e il mare che scrutiamo è lo stesso che vedeva Giulio Cesare o Marco Polo. Una massa fluttuante e cangiante, increspata o tumultuosa, screziata da onde, lucida e tesa se non c’è vento. Il mare è una materia ed è ovunque, il mare è reale e concettuale allo stesso tempo.

Sono giorni di riflessione. Penso tanto e mi ritrovo a conoscermi meglio, ascoltarmi di più quando tutto il rumore superfluo mi sembra di averlo lasciato in Italia. Mi piace, forse ci sono arrivato tardi, forse non importa poi tanto, ma benché non abbia risposte sul futuro so per certo che ci stiamo arricchendo e questo è importante.

Manca poco, come dicevo, per sistemare qualche tassello e permetterci di buttare via qualche pensiero di tentennamento su questa scelta di trasferirci qui. Non è assolutamente un ripensarci, ma penso sia più che normale chiedersi di tanto in tanto, ma avrò fatto bene?

Questi primi sette mesi intanto sono volati via alla velocità della luce e penso sarà altrettanto così fino alla fine dell’anno. Da adesso ho qualche viaggio di lavoro e inizierà la fase di programmazione per il 2025.

Non possono che aspettarci belle cose.

L’Amerigo Vespucci a Los Angeles, un’esperienza agrodolce

Probabilmente nei giorni scorsi vi sarete imbattuti in qualche articolo o servizio di telegiornale riguardante l’arrivo della nave scuola Amerigo Vespucci al porto di Los Angeles. Qui in radio ne siamo stati letteralmente bombardati.

Una settimana - dal 3 all'8 luglio - attraccata a uno dei dock di San Pedro, con visita gratuita aperta al pubblico e un annesso spazio su terra ferma con una sorta di villaggio Italia adibito a mostre, proiezioni cinematografiche, shopping e alla ristorazione affidata a Eataly.

30 minuti di macchina da casa, un’occasione per fare qualcosa di diverso e ammirare la nave più bella del mondo che tutti ci invidiano.

L’evento, organizzato da Difesa Servizi - organo in house del Ministero della Difesa - fa parte del tour mondiale della Vespucci della durata di 2 anni, partito da Genova l’1 luglio 2023 e che si concluderà nel 2025.

Un punto di incontro, condivisione, confronto e promozione delle eccellenze del patrimonio culturale, artistico, storico ed economico italiano.

Un’area organizzata per padiglioni espositivi ed un articolato palinsesto curato dalle eccellenze italiane per vivere esperienze uniche.

Sul sito viene specificato che per salire a bordo è necessario prenotare un orario di ingresso specifico tra quelli indicati. E così abbiamo fatto, pensando, ingenuamente, che questo ci garantisse un accesso immediato sia al villaggio, sia, soprattutto, alla nave.

Ieri abbiamo scoperto che le cose non stavano esattamente così.

Arrivati a San Pedro, ci troviamo davanti un cartello digitale indicante i parcheggi generici riservati all’evento Vespucci e che quelli più vicini alla nave sarebbero stati quelli VIP e pertanto non accessibili. Parcheggiamo e scopriamo che c’è una distanza di 1.4km da percorrere a piedi con sole a picco e 27°. Scorgiamo una navetta in lontananza, può contenere circa 30-40 persone, ma la fila in attesa per prenderla ne conta almeno 200. Decidiamo di farcela a piedi.

Siamo ancora in orario e dentro i 15 minuti di tolleranza indicati nella email di conferma, ma all’arrivo troviamo una coda lunghissima. Pensiamo sia solo relativa all’ingresso al villaggio e aspettiamo, pazientemente, più di un’ora e comunque senza nessuna copertura predisposta dal sole di luglio californiano.

Entriamo. Guardiamo tra i padiglioni, ne restiamo lontani perché comunque anch’essi con code sostenute e ci dirigiamo verso la nave. Una volta lì scopriamo che ci sono due file, una per chi aveva prenotato la visita e una per chi non fosse ancora munito di biglietto.

Ma allora a cosa è servito prenotare?

La coda è, di nuovo, lunghissima, perdiamo un’altra ora scarsa e all’arrivo all’ingresso del molo scopriamo di non essere pronti a salire. C’è un altro serpentone da affrontare, ma ormai siamo lì e pazientiamo ulteriormente.

Qui mi accorgo di alcune cose. La prima, il villaggio viene trattato alla stregua di un polo fieristico, all’esterno c’è poco o nulla di interessante se non tanta gente che vaga o cerca posto nel patio di Eataly per un po’ di refrigerio. La seconda, ci sono un paio di punti ristoro tra le varie code dove acquistare da bere, dei tavoli con delle scodelle con ghiaccio per tenere in fresco le bevande: una lattina di acqua San Pellegrino costa $6. Allineato con i prezzi di un ristorante, non certo per dei banchetti dove far rinfrescare persone in coda sotto il sole da ore. La terza, e forse anche la più triste di tutte, è stata la totale assenza di informazioni riguardanti la nave. Non un pannello, non uno schermo, niente di niente dove si potesse sapere qualcosa di più.

La nave, così come è stata presentata alle persone mi è parsa soltanto una bella photo opportunity per gli account Instagram dei visitatori e nulla più.

Ora, non so quanti soldi lo stato italiano stia spendendo per questa attivazione di esportazione di italianità nel mondo (tutto il personale di staff è italiano), ma mi domando cosa ne ricava, qual è il messaggio e l’immagine dell'Italia che un visitatore si porta a casa dopo una pomeriggio come quello di ieri.

Perché io, che americano non sono, qualcosa sulla Vespucci sapevo ed è stato anche piacevole salirci a bordo, ma sono tornato a casa confuso, con una mezza insolazione e abbastanza vergognato per come è stata organizzata una manifestazione italiana mostrando come non si dovrebbe gestire un evento del genere.

4 of July, 2024

🃏 Ho già parlato di Balatro qualche settimana fa. L’ho ripreso in mano con insistenza negli ultimi giorni e ne sono completamente assuefatto. L’ho acquistato anche su Xbox e il fatto che ci siano degli obiettivi da sbloccare, rispetto alla versione Nintendo Switch, mi ha stimolato a scavare più a fondo senza riuscire più a risalire.

È un gioco pensato e strutturato in modo che ogni partita non solo risulti essere differente dall’altra, ma anche cerca di tenere acceso il cervello stimolandolo a creare delle combinazioni differenti ogni volta e attivandolo nel pensare a quali strategie attuare. Bravi, bello, bis!

💪🏻 Dopo la lastra che prospettava una sicura operazione chirurgica, il mio ortopedico americano mi ha suggerito anche una risonanza magnetica. I risultati mostrano come ci sia un po’ di displasia e una degenerazione del disco fibro-cartilaginoso della articolazione acromion clavicolare. Insomma, quando alzo il braccio l’osso va a toccare quella parte e causa dolore. L’operazione pare scongiurata però. Subito dopo la risonanza ho fatto un’iniezione di steroidi-cortisone e ora ho iniziato la fisioterapia che durerà per 6 settimane. Nella speranza di risolvere tutto.

🪂 Oggi è il 4 luglio. Festa nazionale americana e l’aria è pregna di barbecue accesi ovunque si vada. Abbiamo deciso di trascorrerlo facendo parasailing! Avevo erroneamente associato l'esperienza a quella delle montagne russe che non tollero quasi mai. Invece è super tranquillo, con tanto silenzio una volta arrivati in quota e un panorama mozzafiato sulla costa di Santa Monica. Voglio rifarlo.

1 of July, 2024

Il mio limitato utilizzo e interesse dei social network è ormai soltanto diretto a notizie locali, musica, sport ed eventi nell’area di Los Angeles.

Qualche giorno fa mi sono imbattuto in questo, dell’account ufficiale del Pier di Santa Monica. Luogo iconico, ma che viene gestito a livello di comunicazione molto artigianalmente e quasi a livello di fiera di paese. Nel senso positivo del termine, c’è sempre un grande spirito di community per un luogo che vedere centinaia di migliaia di persone al giorno e che forse solo una misera % è davvero local.

Si trattava di un contest per la festa Pier 360 tenutasi questo weekend appena passato. Ho preso la palla al balzo, ho commentato...e ho vinto!

Il premio consisteva in due braccialetti con giri illimitati sulle giostre del Pier, un tour guidato a piedi della zona per quattro persone (cosa che faremo più avanti), un libro sulla storia del Pier (molto affascinante se si pensa che ne esiste uno dal 1875!) e tanto altro.

Nonostante il tempo incerto ci siamo divertiti un sacco. Ho approfittato per scattare qualche foto con i Ray-Ban Meta senza dover tirare mai fuori il cellulare. Il Pier ha appena visto un cambio di proprietà che promette di investire 10 milioni di dollari in nuove attrazioni nei prossimi anni.

Chissà come cambierà, intanto, quando siete da queste parti, fateci un salto!

29 of June, 2024

Ho fatto pulizia nei feed RSS. Una di quelle grosse. Ho eliminato tutte le fonti i cui post sono sempre stati dei tentativi di spiegarmi la vita.
Ho bisogno che la vita mi venga raccontata, attraverso delle storie, quelle delle persone.
Tutti quei siti e quelle newsletter con un ? alla fine del titolo, con spiegato bene e poi ti linkano siti stranieri, con non sei nessuno senza l’AI, dove tutto è impregnato di paragurismo: Addio.

Ho derubricato centinaia di siti tech con notizie fotocopia, mantenendo solo Techmeme e The Verge.
Ho creato una cartella a parte solo per i siti di gaming news in modo da non inquinare il resto.

Cos’è tutto il resto? Sono i blog in cui ci sono spaccati di vita vissuta, qualcosa con cui relazionarmi, sentirmi meno solo o semplicemente più vicino, o con cui sentirmi in aperta contrapposizione. Sono gli scritti da cui posso trarre ispirazione. Sono piccole finestre sulle vite degli altri a cui inaspettatamente ho capito di voler tenere e sapere di più.

Ci sono stati due episodi recenti a cui mi sono aggrappato ultimamente:

L’altro giorno ho notato un collega pregare in silenzio prima di apprestarsi ad iniziare il suo pranzo. La mia mente ha iniziato a vagare e i pensieri infilarsi in vicoli di bias inevitabili. Ma ricordo di aver pensato anche che non avessi alcun merito per giudicarlo, benché non sia credente, e che ognuno porta con sé un bagaglio di esperienze ed contesti differenti. Di scelte ponderate o meno che l’hanno condotto fino a quel momento e a quello stato d’essere. Non c’è un giusto o sbagliato anche se in tanti cercano di farci credere il contrario.
E questa intervista a Paolo Bonolis fatta dall’amico Gianluca. Pur non essendo affine al conduttore, mi sono soffermato su quando dice di essere totalmente avulso dai social media perché ha necessità e desiderio di conoscere le persone dal vivo. Dentro ci trova sempre un universo da scoprire.

Forse crescere significa anche questo e prendo in prestito una citazione dalla serie tv Your Honor: eliminare il superfluo e provare a scavare più a fondo invece che allargare il perimetro.